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Storia dei cartoni per adulti

“Quando abbiamo cominciato non pensavamo di aver inventato un genere” Cowboy Beebop.

Fantasmagorie di Emile Cohl fu il primo cartone animato e era semplicemente un esperimento.

Il primo corto di Walt Disney era una critica sulla manutenzione delle strade di Kansas City e di sicuro non era di interesse per i bambini, in un certo modo fu il primo cartone per adulti perchè non parlava a i bambini ma agli adulti cui interessava realmente la manutenzione delle strade.

I bambini e gli adulti andavano al cinema insieme: i cartoni animati erano piccoli intermezzi di 7 minuti trasmessi durante la pellicola del lungometraggiova . Walt Disney era l’eccezione, colui che si dedicava solo a questi piccoli intermezzi.

Ascesa e caduta di Betty Boop

Chi vedeva invece Bimbo e Coco avrebbe poi ricordato che su quel cartone era apparsa una prima Betty Boop, prima in versione di cane e poi sempre più umanizzata ed infine sessualizzata: lo fu talmente tanto che divenne determinata e femminista col passare degli episodi tanto da divenire la prima eroina donna dei cartoni.

Nel 1934 ci furono però le prime censure dei cartoni animati e tutte le caratteristiche di cui si era fatta portatrice Betty Boop gli furono tolte in tempi molto stretti tanto che alla fine il personaggio semplicemente sparì dagli schermi.

                 Biancaneve e i Sette Nani di Walt Disney

Con l’uscita di Biancaneve tutti gli altri creatori si uniformaro a quella che era stata una grande novità, il lungometraggio di animazione (vedi soprattutto I viaggi di Gulliver di quegli anni).

                  Cartoni nella seconda guerra mondiale

 

Durante la seconda guerra mondiale abbiamo un grande cambiamento ovvero sotto una cornice da cartone animato per bambino vediamo tematiche ben più adulte come la presenza di personaggi politici sullo schermo (Duffy Duck contro Hitler per esempio). Dall’altro temi come le auto del futuro o battute sulle suocere che non interessavano sicuramente i bambini di primo acchitto ma i genitori che li portavano al cinematografo

                La fine della guerra e gli anni del basso costo

La fine della guerra portò negli anni successivi a produrre cartoni animati a basso costo del basso costo e questi furono gli anni del regno degli studios Hanna e Barbera.

I Flintstone furono un esempio eclatante di questo periodo con Fred che avrebbe portato dopo un iniziale sviluppo del personaggio a una vera e propria satira della società americana del tempo.

Ralph Bakshi e Fritz il gatto

Ralph Bakshi tento di usare linguaggi ben diversi attraverso il mezzo cartone animato. e ha come protagonista Fritz, un gatto disinvolto, donnaiolo e fraudolento, ed è ambientato in una New York abitata da animali antropomorfi negli anni 1960. Fritz decide per un capriccio di abbandonare il college, interagisce con i corvi afroamericani del centro città, inizia involontariamente una rivolta razziale e diventa in un certo senso un rivoluzionario di sinistra. Il film è una satira incentrata sulla vita universitaria americana dell’epoca, sulle relazioni razziali, sul movimento dell’amore libero e funge da critica alla rivoluzione politica contro culturale e agli attivisti politici disonesti.

Purtroppo in Italia vennero fatte due versioni, una di Oreste Lionello per intellettuali e una da Giancarlo Giannini meno complessa per coinvolgere la massa ed avere più spettatori al cinema, ma ne resta solo ci resta solo questa versione meno culturale. Fatto sta che con questa versione Bakshi è stato definito l’antiDisney per eccellenza.

Da qui cominciarono tutta una serie di cartoni erotici che ebbero successo differente nelle diverse parti del mondo: il Giappone fa caso a se e nel paese nipponico questo genere ebbe da subito grande successo.

Mtv e i cartoni per adolescenti

Dalla metà degli anni 80 Mtv comincia a chiedere cartoni da associare ai suoi video musicali, testi

come Take on me degli AhAh avevano già animazioni nei loro video musicali, ma Mtv ebbe la geniale idea di creare una dipendenza da cartoni animati anche negli adolescenti che ascoltavano i loro video.

L’ascesa dei Simpson (lode a Homer, lo stupidone)

Da un progetto che Matt Groening non volle trasmettere su mtv nacquero i Simpson che oggi conosciamo

Così come Fred dei Flintstone di Hanna e Barbera aveva rappresentato l’uomo americano tra gli anni 50 e gli anni 80 Homer Simpson diventa il perfetto esempio delle mancanze degli uomini degli anni 80 fino ai giorni nostri: come Fred crede ed è virile e buono a suo modo, Homer al contrario è un completo deficiente che crede di essere come Fred, che vuoi per essere nato in tempi diversi vuoi perché Matt Groening gliene fa passare veramente di tutti i colori, con il passare di anni e stagioni di episodi vive una miriade di avventure. La serialità di questo cartone va attentamente studiata in quanto i personaggi evolvono a seconda delle esigenze creative dell’autore ma anche nella necessità di dare nuovo spazio alle nuove tendenze negli Stati Uniti ( e quindi in seguito anche nella nostra società).

Esempi di cambiamento sono ad esempio Ned Flanders che all’inizio è il vicino perfetto ma che poi diventa un cristiano bigotto per analizzare la radicalizzazione della religione che da sempre avviene in America oppure Lisa che da cristiana timorata di dio diventa vegetariana e buddista.

Si passa soprattutto dal porre Bart al centro di ogni avventura a porre invece suo padre Homer, ben intuendo che avesse potenzialità ben maggiori (vedi ad esempio la puntata riassunto di tutti i lavori che aveva fatto per avere un’idea minima di come questo concetto abbia spopolato).

Il cambio di visione

Al giorno d’oggi si dice che si guardano ancora gli episodi dei Simpson per ridere ma la verità è che si guardano per l’irriverenza con cui guardano un poco tutto e l’arguzia di Matt Groening, il loro creatore, che ha anticipato un poco di tutto ciò che sarebbe accaduto nel tempo: esempi eclatanti furono il Covid 2019 oppure Donald Trump come presidente.

South Park ovvero I Simpson all’ennesima potenza con troppe parolacce

Sull’idea dei Simpson sono poi nati i personaggi di South Park: con le sue puntate su scientology, in cui spiegano per filo e per segno le dinamiche (aliene) che sottende i moti di questa religione, o le minacce degli islamici dopo un commento su Maometto. I creatori di South Park hanno aperto una nicchia in cui si trovano a loro agio. Il tema del razzismo è opportunamente veicolato dagli stessi che chiamano “il” bambino di colore della comunità Token per poi giocare con chi li aveva accusati di razzismo attraverso una puntata in cui i genitori del bambino spiegano che in realtà si chiama Tolkien come il creatore del Signore degli Anelli, mettendo in imbarazzo l’audience del pubblico in quanto lo stesso fatto che non fosse stato capito il vero nome del bambino molto probabilmente dipendeva dai limiti dello slang afroamericano ma questo non potevano dirlo direttamente e da qui tutta la storia di Token/Tolkien.

I griffin e le varie sospensioni della serie

I Griffin (Family Guy) è una serie animata basata sulle vicende di una surreale famigli americana.

Le loro vicende sono fuori dalla realtà, e spesso non seguono un senso logico, ma sono sempre dotate di una forte vena umoristica molto demenziale.

Essendo un programma essenzialmente diretto a un pubblico adulto, I Griffin ha generato molte controversie per il suo approccio brusco su temi sensibili, tanto per citarne alcuni: bassa stima femminile, sesso con animali, viaggi temporali per fermare Hitler e cito solo tre puntate della serie.

Questa fu una delle ragioni primarie della sospensione iniziale sulla rete Fox e qui in Italia fu sospeso per qualche tempo dalla mediaset.

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©Francesco Spuntarelli