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Storie dello “Squadrismo”

L’ultimo lavoro di Giacinto Reale sulla storia della Rivoluzione Fascista

_____________________una recensione di PIETRO CAPPELLARI

In questi ultimi anni vi è stato un rinnovato interesse per il fascismo antemarcia, anche attraverso la ristampa di testi d’epoca da tempo fuori commercio e reperibili, a prezzi per lo più proibitivi, solo nel circuito antiquario. Grazie all’impegno di alcuni editori, tra cui citiamo la AGA Editrice e Le Frecce Casa Editrice, sono oggi disponibili al grande pubblico dei lavori da tempo scomparsi dagli scaffali delle librerie con malcelata soddisfazione dei soloni dell’antifascismo militante. Una scelta, quella ripubblicare questi testi, che ha aperto la strada ad una nuova riflessione sul fascismo antemarcia, liberando la storia del movimento di Mussolini dalla “tutela” sotto la quale, per troppi decenni, è stato ostaggio da parte di una sub-cultura ideologizzata. 

In questo rifiorire di interesse per il fascismo delle origini, si inserisce l’opera di uno dei più attenti e lucidi studiosi di quel periodo, Giacinto Reale. Già autore di interessanti lavori sul primo e ultimo fascismo, ha recentemente dato alle stampe “Sei momenti di storia squadrista”  per i  tipi dell’AGA Editrice. Attraverso la consultazione “totalitaria” della produzione letteraria del periodo, Reale è riuscito ad isolare “sei momenti” della storia della Rivoluzione fascista e a raccontare agilmente, senza quell’appesantimento tipico dei libri scientifici, quegli eventi. Un lavoro straordinario, non solo per la capacità di sintesi dell’autore, ma per come la narrazione sia riuscita, con poche piccole mosse, a mettere in scacco l’intera vulgata antifascista. Settant’anni di storia ideologizzata, centinaia di migliaia di pagine scritte dai “professoroni” dell’antifascismo (con stipendio statale), finiscono così nella spazzatura, al fianco delle macerie del Muro di Berlino sul quale erano prolificate.

20171217_120450Si parte dalla riunione di San Sepolcro e, a bordo di un BL18, Reale ci porta a spasso nelle contrade insanguinate dell’Italia del 1919-1922, dove la violenza socialista trovò la strada sbarrata dai petti dei “reduci nazionali”. Ed ecco i martiri di Sarzana e di Modena che ritornano in vita; l’epopea dei primi squadristi rivive in pagine dense di storia patria, dove il revisionismo riporta alla luce episodi, fatti e personaggi un tempo cancellati per far posto alle falsità marxiste della vulgata.

Dove Reale ci concede anche un sorriso è nella descrizione del bluff degli Arditi del Popolo, effimero movimento antifascista che nulla ebbe a che vedere con l’arditismo; come nel racconto delle “mitiche” – in tutti i sensi – barricate di Parma dell’Agosto 1922, episodio marginale di antifascismo che viene inquadrato – e smontato – nella sua realtà attraverso pochi semplici osservazioni.

Un lavoro, quello di Giacinto Reale, che ci porta nel pieno delle celebrazioni per il Centenario della Vittoria dell’Italia nel Primo conflitto mondiale. Celebrazioni che, non a caso, inaugurano il Centenario della Rivoluzione fascista 1919-1922. Chissà se, sulla scia di queste esigenze storiche, sia possibile costituire un comitato che, come è avvenuto a Perugia per il 90° anniversario della Marcia su Roma, possa coordinare tutte le iniziative culturali che già si stanno organizzando su tutto il territorio nazionale. Noi il sasso lo abbiamo tirato. Aspettiamo adesso che qualcuno si unisca a noi in questa “sassaiola culturale”.

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