Street Food impazza la moda dei food trucker
Circa 2 miliardi e mezzo di persone di media mangiano ogni giorno cibo di strada.
In Italia sta impazzendo la moda dei Fast Food Trucker
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, la FAO ( Food and Agricolture Organization) ha proposto il termine Street Food per intendere quei banchetti che vendono prodotti alimentari in strada. Con questo termine si intende quel tipo di cibo consumato per strada ogni giorno da circa da 2 miliardi e mezzo di persone in tutto il mondo. A differenza dei quasi centenari Fast Food, lo Street Food ha tradizioni millenarie ed è fortemente radicato in ogni cultura e tradizione del globo, ognuna quindi con le sue differenze antropologiche e culturali.
Varietà di cibo diversi ogni giorno vengono consumati, dai Masala Puri in India, un chaat (snack salato) mescolato con pane fritto, piselli e varie spezie, agli Yakitori, gli spiedini di pollo giapponesi; dagli immancabili Felafel e Kebab del Medio Oriente, agli spiedini di agnello, manzo, pollo e maiale Cinesi detti Chuan, alle pagnotte scavate riempite in qualsiasi modo detti Bunny Chow del Sudafrica; ai Chicharron, Burritos, Enchiladas del Messico, ai sandwich Cubani, alle Empanadas Argentine, ai waffle Belgi, alle speziate salsicce tedesche Bratwurst, al Fish and Chips molto consumato nel Regno Unito ai semplici e popolari Hot Dog.
Secondo una ricerca i prodotti da Street Food cucinati dalle donne hanno meno batteri, per questo sono diventate le lavoratrici protagoniste nei paesi più soggetti a Epatite A, a differenza dell’India in cui a servire dietro i baracchini sono quasi tutti uomini.
Pochi sono piatti da strada popolari in tutto il mondo, con una propria identità culturale come il Kebab o la Pizza.
La cultura Street Food non ha escluso l’Italia, ogni regione ha centinaia di prodotti da strada, tra i più popolari ci sono gli Arancini, Supplì, Arrosticini, Piadine, Pizza portafoglio, Focaccia Genovese, Castagnaccio, Sbrisolona, Strudel, Pani câ meusa e svariati altri prodotti.
Oggi lo street food si è evoluto, oltre ia classici banchetti o negozietti, la nuova tendenza riguarda gli Street Food Trucker, dei camioncini con tutto il necessario per preparare un tipo di pietanza da strada. Secondo un’indagine della Coldiretti in Italia esistono oltre 3 mila imprese del genere e sono consumate dal 52% degli Italiani. Dei consumatori il 69% preferisce gli Street Food di tradizione locale, il 17% gli Hot Dog e il 14% Felafel e Kebab. Gli Street Food Truckers giocano speso sulle rivisitazioni delle tradizioni. Si diffondono truck vegani o vegetariani, di pesce fritto o a base di pesce, di pasta, di dolci, mixati tra varie tradizioni e culture diverse e persino chef in viaggio con proposte di Street Food Gourmet. I furgoni sempre più personalizzati e colorati cercano di accontentare ogni gusto e palato.
Lo Street Food è meno informale, persino di un Fast Food e hanno successo per le stesse motivazioni che hanno reso popolari i Fast Food, per la frenesia della vita, delle corse al lavoro, dei momenti di pausa o per la semplice voglia di non volere cucinare, per la la velocità nell’essere serviti e la ricerca della convenienza e risparmio rispetto a un ristorante. I prezzi sono bassi e accessibili a chiunque, nella maggioranza dei casi si lavorano ingredienti poveri combinati in modo da accontentare qualsiasi palato.
I Food Trucker sono la dimostrazione di come possano essere innovative le vecchie tradizioni. Negli scavi di Pompei ed Ercolano, per citare un esempio, spuntano i resti del Thermopolia, cucinotto posto su strade, antenato del baracchino, adibito alla vendita di cibi cotti, di fave, cicerchie e ceci. Oggi si nota molto l’apparenza, ai colori dei furgoncini, ai gusti, al prezzo, ma il principio di base è lo stesso del Thermopolium.
om Enrico Paniccia