Stretto di Messina: il “Bosforo d’Italia” e dell’Europa occidentale
Leggende dei falsi politici intorno a Scilla e Cariddi Odissea della dis-informazione
Raffaele Panico
Lo Stretto di Messina è stato da sempre sottoposto ad usura per logoramento sismico, i più recenti terremoti: 1783, 1894, 1905 e il devastante 1908. Messina allo stesso tempo ha una grande energia umana, rifiorisce sempre, e tra il secondo e terzo decennio dell’800 realizza il miracolo della ricostruzione sostenuta dalle politiche illuminate della monarchia borbonica. Provvedimenti dettati dalla sapiente politica del Regno di Napoli che concede, dopo eventi catastrofici, la risorsa dell’intrapresa economica e finanziaria con lo status di porto franco alla città.
Così, nel 1787 il danese Federico Münter, dopo un “goethiano” Viaggio in Sicilia, dedica a Messina questi pensieri: «La peste dell’anno 1743 uccise settantamila persone» – scrive, parlando di Messina. Non è stato invece una strage il terremoto del 1783. Questi e altri terribili infortuni avrebbero annientato persino la memoria di altre città, per quanto ricche, potenti e popolose. Messina precipita nella sventura, ma non soccombe». E continua: «L’eccellente sua posizione per il commercio attira gran quantità di stranieri, ma è proprio nella vitalità dei superstiti sfidare con successo l’avvenire. Adesso è interamente devastata, ma è certo che nel prossimo secolo tornerà a innalzarsi sulle proprie rovine, per riprendere posto col suo fasto e con il suo splendore tra le più belle e le più ricche città d’Italia, finché verrà l’ora, ancora una volta, in cui un altro terremoto la getterà nell’abisso».
Altro terremoto, che subirà, appunto, con 80.000 morti circa, nel 1908. Ora, il punto essenziale è: a cosa, il ponte sullo Stretto? Senza mettere in sicurezza l’intera città e “contado” – come si diceva un tempo? Brevi note che vogliono ricordare la politica miope quanto meschina delle amministrazioni della Repubblica italiana (nessuna nostalgia “archeologica per il passato degli Stati pre-unitari d’Italia, ovvio, è solo grande e sicura Speranza italiana nel Nostro futuro, che tanto passa quanto torna!) e il danno che hanno recato alla catastrofe questa volta di derivazione antropica e non naturale. Ovvero, lasciare costruire in zone a rischio frana, disboscamenti, e via dicendo. La capacità antropica di distruggere è talvolta stata anche maggiore come nel 1848. Il Re Borbone riuscì a portare un danneggiamento devastante su Messina che cede l’8 settembre 1848 dopo aver subito la spedizione punitiva di re Ferdinando – con 4 giorni e notti, a suon di bombe e granate dalle navi, quindi, per l’occasione rinominato “Re Bomba”. Era il 1848-49 la Primavera dei popoli d’Europa, infiammata dalla Libertà, da Varsavia fino allo Stretto di Messina detto anche il Bosforo d’Italia dai poeti. La città-martire ha visto l’impatto ambientale portato dagli interventi umani sul proprio ambiente naturale, impatto che può generarsi anche dall’intervento “allegro” e di “facili costumi” in termini di pianificazione del territorio, di tessuto urbano insito nella mercificazione del territorio stesso: la metafora sessuale è spesso la più efficace! Oggi, vediamo le stesse immagini di macerie, distruzione e furia degli elementi naturali come alla fine del Settecento e nell’Ottocento oggi viste anche dall’alto degli elicotteri o dei droni: rappresentazioni da fine del mondo. Tuttavia, catastrofe può significare dal greco antico anche trasformazione, rinnovamento e “conversione dei politici”. Torniamo all’antico termine coniugato con l’innovazione della modernità tecnologica! Coi miti dell’origine, la catastrofe di un modo di pensare il territorio prima che l’evento naturale, e quindi la Rinascita di un nuovo ordine nell’ordinaria amministrazione. Da anni si discute dell’impatto ambientale, ma esso è prima pensato, gli aspetti della catastrofe hanno dapprima un ordine di cose culturali, ovvero tutte umane, questa dovrebbe essere la prospettiva del nuovo ordine: Catastrofe, siti naturali e ordine culturale. I comportamenti delle società umane complesse riescono a immaginare prima il territorio e poi a pianificarlo. Psicologia e biologica evolutiva di un territorio! Gli aspetti istituzionali, storici, geopolitici ed architettonici della ri-costruzione della città, dei borghi spontanei intorno a Messina. Una sincerità totale degli italiani – si scrive Italia e si legge italiani per capirci – verso la propria terra, rimedio definitivo contro la sterile diatriba politica di bassa lega, dis-organizzazione mentale, in una sola parola è tempo di igiene mentale.