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Su “Le Radici Profonde” un dibattito a 360°,
nell’Area della “Destra e Dintorni”

RADICI PROFONDE, SI ! PENSIERO UNICO, NO !

un intervento di ROBERTO ROSSETI 

Presso la Fondazione A.N., a Roma in via della Scrofa, Martedì 30 Maggio,  si è tenuto un Convegno- Dibattito sul tema: “Radici profonde si, pensiero unico no”,  con lo scopo di  rappresentare  tutte le posizioni del MONDO DI DESTRA in questo particolare momento politico e gli stretti legami con quello che ha rappresentato la “Cultura di Destra” in Italia.
Sono stato invitato ad intervenire quale componente della “Fondazione Giorgio Almirante” ed in tal senso con l’avallo di Giuliana De Medici.


Quanto qui riproposto è una sintesi del mio intervento a conclusione dello stesso Convegno.

“Credo che sia opportuno affermare immediatamente che siamo tutti convinti della impossibilità del ritorno del FASCISMO come forma di potere politico; comunque diverso è ritenere che, se si discute delle nostre “Radici Profonde”, non si possa onestamente confessare che la generazione a cui appartengo e quella che va dalla fondazione del MSI sino al 1994, faceva riferimento in maniera esplicita a quella esperienza di governo anche se con la formula: “Non  rinnegare, non restaurare”.
Quello che si chiedeva era esclusivamente un giudizio obbiettivo legato al periodo storico in cui quelle vicende avevano avuto luogo. Ed è per questo che, prima,  vorrei parlare  di altri pilastri  della civiltà che hanno  avuto la loro culla in Italia: l’IMPERO ROMANO ed il CATTOLICESIMO.

A dimostrazione che la storia la raccontano sempre i vincitori, ancora adesso nella scuola molti studenti liceali si cimentano nella lettura del “De Bello Gallico”, opera di Giulio Cesare che racconta della strage dei Galli.  E’ lo stesso Condottiero Romano che, descrivendo la battaglia di Alesia, racconta come – in quel vittorioso combattimento – vennero uccisi oltre un milione di Galli.  Un vero e proprio genocidio.
Non che i Romani siano stati più generosi o meno sanguinari in altre occasioni,  basti pensare alla totale distruzione di Cartagine, e con tanto di spargimento di sale sulle rovine perché non crescesse neanche più l’erba, al termine delle guerre puniche [(*1) per non parlare della distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte dell’Imperatore Titondr] , o alla conclusione della rivolta di Spartaco con la crocifissione di tutti gli schiavi, uomini o donne che fossero, che avevano partecipato all’insurrezione.

Toccherà poi ai martiri cristiani essere dati in pasto alle belve, in quanto eversori dell’ordine pubblico e destabilizzatori dell’Impero Romano. Le persecuzioni nei loro confronti cesseranno nel 313 d.c con l’editto di Costantino ma basteranno soltanto 70 anni quando, con l’editto di Tessalonica, il Cristianesimo diventerà religione di  Stato, per trasformarsi da vittima in carnefice.
Da allora inizia una serie di stragi contro coloro che non accettarono di rinunciare alle divinità pagane, con conseguenti distruzioni dei templi e saccheggi di intere città.

Riporto solo alcune delle più conosciute  in ordine temporale e tratte dall’inchiesta: “I crimini della Chiesa Cattolica”.
Nel 782, 4.550 Sassoni vengono “cristianamente” decapitati su ordine di Carlo Magno per aver rifiutato il battesimo cattolico.
Nel 1096, 800 ebrei vengono massacrati dai cattolici a Worms, in Germania ed altri 700 ebrei vengono massacrati a Magonza.
Nel 1191, 2.700 prigionieri di guerra musulmani sono cristianamente decapitati dai Cristiani in Palestina.
Nel 1208, 20.000 “eretici” catari vengono massacrati dai Crociati a Beziers in Francia.
Nel 1219 altri 5.000 catari sono massacrati a Marmande, sempre in Francia.
Nel 1391  altri 4.000 ebrei sono massacrati dai cattolici a Siviglia in Spagna.
Non possiamo poi tralasciare ciò che avvenne durante le Crociate: nella cosi-detta “crociata dei pezzenti” vi furono violenze inenarrabili che causarono la morte di migliaia di persone: venivano arrostiti allo spiedo perfino i bambini!
Quando, nel corso della prima crociata, fu presa Gerusalemme nel 1099, furono trucidate dai Cristiani 60.000 persone, senza nessuna distinzione tra musulmani, ebrei, donne e bambini. Le violenze si ripeteranno  per tutte le altre Crociate.

Con l’istituzione della Santa Inquisizione si arrivò al risultato di ottenere le confessioni estorte con le torture più svariate. E si arriva fin quasi ai giorni nostri visto che possiamo parlare di quanto compiuto nell’evangelizzazione del Sud America.

 

Sia ben chiaro che, se parliamo di “Altre Religioni”, l’Islam  non è stato certo da meno; anzi l’ISIS  o Al Qaida sono fenomeni attuali e sono migliaia le loro vittime in tutti gli angoli del mondo.
Per non citare, nei secoli passati, le terribili incursioni dei Saraceni e dei pirati barbareschi (ndr).

Questo per dimostrare che il giudizio storico eventualmente formulato non può essere basato solo ed esclusivamente sugli atti, sia pur terribili compiuti, ma sul complesso dei risultati che tali fenomeni religiosi, politici o culturali hanno raggiunto nel corso dei secoli.  C’è un solo fenomeno che riesce forse a superare, in quanto a numeri negativi, gli esempi riportati ed è il “Comunismo”.

Questi, in estrema sintesi, i risultati ottenuti dai seguaci di Marx;
> URSS, 20 milioni di morti;  // Cina, 65 milioni di morti; // Vietnam, un milione di morti; // Corea del Nord, 2 milioni di morti; // Cambogia, 2 milioni di morti;
> Europa dell’Est, un milione di morti; // America Latina, 150 mila morti; // Africa, un milione 700 mila morti; // Afghanistan, un milione 500 mila morti.
Se poi vogliamo guardare a tempi più vicini, possiamo citare la strage degli Armeni, il Darfur, Ruanda, Timor Est, i Balcani, quanto avviene in Libia, Somalia, Yemen, Siria, Iraq.  Non c’è parte del mondo che non abbia i suoi crimini aberranti da nascondere.

Ma veniamo ai tragici numeri che inchiodano la “Dittatura Fascista” alle sue responsabilità, esponendo qui di seguito solo i “Numeri Reali” che derivano dagli studi e dalle pubblicazioni di coloro che l’hanno osteggiata e combattuta.
Dal 1926, data di esordio del Tribunale Speciale che doveva giudicare i crimini contro il fascismo, comprendendo omicidi, attentati e addirittura il tentativo più volte di assassinare Mussolini, le condanne a morte emesse sono state 24 fino al 1942, mentre i detenuti politici sono stati in tutto 561.
Per fare un paragone basti pensare che solo dal 1970 al 1983 sono stati più di venti i giovani missini assassinati solo perché iscritti al partito o alle sue organizzazioni giovanili.
Se parliamo però delle vittime del terrorismo di questi quasi 80 anni di splendida democrazia repubblicana, arriviamo tranquillamente ad oltre un migliaio di vittime ed i detenuti politici sono complessivamente decine e decine di migliaia. E non esiste strage in cui non siano coinvolti uomini dei servizi segreti italiani o comunque legati ai servizi. E non chiamiamoli “deviati”, perché i responsabili politici erano sempre uomini facenti parte del potere istituzionale. Per essere precisi quasi tutti democristiani !
Proprio la settimana scorsa, nell’ambito della trasmissione condotta da Andrea Purgatori su La Sette, l’ex magistrato e parlamentare del Pd Pietro Grasso non si è vergognato di raccontare come, nell’esercizio delle sue funzioni, fosse venuto a conoscenza da alcuni pentiti che, alcuni attentati compiuti sul continente dalla mafia ed altri che dovevano essere progettati, dovevano avere la firma “Falange armata” …..Sigla già usata diverse volte per fare ricadere su presunte organizzazione neofasciste la responsabilità.

Non solo,  ma visto che sono qui nella veste di componente della Fondazione Giorgio Almirante, vorrei ricordare che le uccisioni di militanti missini ed il tentativo di criminalizzare un mondo nascono dopo i grandi successi elettorali del 1970 e 1971. Il primo tentativo di accusare l’MSI di ricostituzione del Partito Fascista è del 1973 e verrà  inutilmente reiterata nel 1975, 79 ed 82.
Visto che non si riescono ad ottenere risultati neanche in questa maniera, si tenterà la carta della scissione con Democrazia Nazionale nel 1976.
Amintore  Fanfani ne è la mente, coadiuvato dal suo collaboratore e capo ufficio stampa della Rai nonché sindaco di San Felice  Circeo, Giampaolo Cresci, che offre incarichi e contratti. I finanziamenti sono garantiti dalla P2 e da un signore allora sconosciuto: Silvio Berlusconi, come racconterà lo stesso parlamentare scissionista Raffaele Delfino.
Se ne vanno 17 parlamentari su 34 e 9 senatori su 15, ma l’esperienza abortisce nel 1979 quando alle elezioni nessuno verrà riconfermato da popolo italiano. Questa è la storia e non rispettarla o tentare di nascondere la verità significa tagliare le proprie radici.

Proprio in quell’anno, al XII Congresso del Msi che si tiene a Napoli, Giorgio Almirante lancia una battaglia per proporre una svolta assoluta nel campo delle riforme istituzionali. Sopra il banco della Presidenza, lo striscione porta la scritta: “Per una nuova repubblica”.

Questo quanto riportato nella mozione di maggioranza:
“Occorre un’autonomia, morale quindi culturale e quindi politica, che ci consenta – soprattutto al cospetto delle nuove generazioni – di presentarci come autentica forza di rinnovamento.
La modernità, cioè la volontà e la capacità di guardare ai grandi problemi della società contemporanea, senza complessi di inferiorità, nei confronti delle nostre come delle altrui tradizioni; e quindi di saper essere opposizione creativa e non soltanto negativa e distruttiva.
La popolarità, cioè il costante contatto con il partito e la società, tra i rappresentanti del partito nelle assemblee elette dal popolo e gli interessi morali e materiali, in una costante e sempre più valida mobilitazione a favore degli interessi reali. 

Per condurre tale battaglia con efficacia e con stile, con validità di contenuti……..occorre portare avanti con coraggio, da posizioni di avanguardia il discorso  che si impone ormai alla coscienza degli italiani; il discorso sulla nuova Repubblica, visto il conclamato  fallimentare della prima Repubblica italiana del dopoguerra, e quindi il  il discorso sullo Stato e sulla societภil discorso sull’Europa; e pertanto il discorso sul sistema, quello che le altre forze politiche da qualche tempo chiamano il discorso sulla “terza via” o sul  “terzo modello”, previo riconoscimento,  che sembra unanime, della non validità sia del primo che del secondo modello, cioè del modello marxista che del  modello capitalista.
Il vero discorso che si deve aprire è quello della integrale revisione della Costituzione , per trasformare l’Italia, con tutte le garanzie della libertà, in una Repubblica sganciata dalla partitocrazia al vertice, cioè con Presidente eletto dal popolo, dotata di autorità, cioè con Presidente in grado di nominare l’esecutivo e con esecutivo  immune dai capricci e dai ricatti di una partitocrazia arbitra del Parlamento, fornita di adeguati controlli, con un Parlamento  eletto e selezionato non soltanto nel nome dei partiti , ma con la rappresentanza delle categorie ed il requisito della competenza associato a quello della rappresentanza politica. L’attuale Costituzione della Repubblica, in nome della quale tanti delitti si commettono e tante lacrime inutili si versano, è dai suoi stessi genitori abbandonata e tradita.”

Soltanto cinque giorni dopo la fine del Congresso di Napoli, il 12 ottobre 1979, il Presidente del gruppo del Movimento Sociale alla Camera, on. Alfredo Pazzaglia portava formalmente il problema in Parlamento e, intervenendo nel dibattito, chiedeva un’autentica riforma istituzionale che indirizzasse il Paese verso una “Nuova Repubblica per superare la crisi del sistema”.

Su questo tema Giorgio Almirante ed il M.S.I. si sono spesi per anni tanto è vero che nel 1982, in occasione del XIII Congresso di Roma, Almirante presentò addirittura il progetto di una nuova Costituzione che prevedesse, oltre alla elezione diretta del Presidente della Repubblica anche quella dei Presidenti delle Regioni, dei Comuni e delle Province, un Parlamento monocamerale eletto per metà dal popolo e metà dalle categorie.  Molte di queste proposte sono state acquisite nel tempo tanto è vero che, attualmente, si decide così per Regioni e Comuni, le province non esistono più, ma ci si è ben guardati dal dire chi per primo aveva avuto questa intuizione.

La commissione Bozzi, la commissione Jotti, Bettino Craxi, Giuliano Amato, Gianfranco Miglio, Mario Segni, via via fino ai tempi  nostri non vi è stato qualcuno che non si sia appropriato ingiustamente di una proposta che ha un padre e di cui si conosce perfettamente il nome. E’ lo stesso uomo che, prima di qualsiasi altra cosa, ci ha insegnato come si deve vivere, come ci si deve comportare anche a costo di rischi e sacrifici ma senza mai abbandonare un’unica bandiera: la coerenza.

Questo è il suo testamento al quale spero ancora oggi di non dover mai venire meno.
Noi siamo caduti e ci siamo rialzati parecchie volte. E se l’avversario irride alle nostre cadute, noi confidiamo nella nostra capacità di risollevarci. In altri tempi ci risollevammo per noi stessi. Da qualche tempo ci siamo risollevati per voi, giovani, per salutarvi in piedi al momento del commiato, per trasmettervi la staffetta prima che ci cada di mano, come ad altri cadde nel momento in cui si accingeva a trasmetterla.
Accogliete dunque, giovani, questo mio commiato come un ideale passaggio di consegne. E se volete un motto che vi ispiri e vi rafforzi, ricordate:
Vivi come se tu dovessi morire subito; Pensa come se tu non dovessi morire mai”.

Se le sue idee sono talmente attuali e moderne che, a distanza di quasi 44 anni dalla loro enunciazione, nessuno ancora è riuscito a realizzarle, a maggior ragione deve essere apprezzato il suo comportamento a livello umano perché non ha mai rinunciato o rinnegato quello in cui credeva.
Ed è per questo che in me è profonda la certezza di essere un convinto Anti-antifascista !

                                                                                                   ___________________ Roberto Rosseti

 NOTE A MARGINE 

L’INTERVENTO di Roberto Rosseti è stato svolto alla conclusione di un Convegno organizzato da Realtà Nuova il 30 maggio, come già a suo tempo segnalato dalla Consul Press, che ha partecipato a tale Incontro/Dibattito.
Mentre ringrazio sia Domenico Gramazio per avermi invitato, sia Roberto Rosseti per avermi inviato (su mia richiesta) il testo del suo intervento ivi pubblicato (e che ben condivido), mi riservo di proporre nei prossimi giorni alcune brevi note di approfondimento, anche a nome della  Redazione di Consul Press  __________   G.M.

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CHIESA CATTOLICA, COMUNISMO, FASCISMO, IMPERO ROMANO, LA DESTRA