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Tavola Rotonda alla Lumsa su “Il Dinamismo Europeo” – ultimo libro del Prof. K.Szczerski

“Il SISTEMA EUROPEO” 
al vaglio critico in un libro di Krzysztof Szczerski

Una lucida analisi delle dinamiche europee nel libro del professore polacco

Una cornice suggestiva quella dell’Aula Pia dell’università Lumsa che ha ospitato la presentazione del libro “Un nuovo dinamismo per il sistema europeo” di Krzysztof Szczerski, docente di scienze politiche all’Università Jagellonica di Cracovia, nonché Ministro Segretario di Stato e Capo di Gabinetto a Varsavia nella Cancelleria del Presidente della Repubblica di Polonia.

Europeista convinto, è comunque critico sull’attuale funzionamento dell’Unione Europea e soprattutto sul ruolo dominante che svolgono alcuni Stati Membri economicamente avanzati. Il suo pensiero coniuga in maniera magistrale la teoria riguardo ai fenomeni socio-culturali europei e l’esperienza sul campo, maturata dallo studioso come uomo politico, con l’esito critico di una riproposta inedita di funzionamento delle Istituzioni europee.

Il testo, con prefazione di Giulio Terzi di Sant’Agata e curato da Leonardo Losito, è stato recentemente pubblicato dalle edizioni Milella di Lecce.

Ricco il tavolo dei relatori, da Irene Pivetti, Presidente di Italia Madre, a Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente del Comitato Mondiale per lo Stato di Diritto, ambasciatore e già Ministro degli Esteri, fino ad  Adolfo Urso, Presidente della Fondazione Farefuturo e a Leonardo Losito, docente alla New York University Fulbrighter and Salzburg Fellow in American Studies. Elaborato di grandissima attualità e patrimonio di analisi importante, il libro si rivela un’occasione per discutere di un tema dinamico, in quanto gli ingredienti del sistema europeo sono in continuo movimento.

Irene Pivetti ha aperto l’incontro e la serie di interventi sottolineando come il libro sia un testo denso di studio più che di lettura che fa sorgere una serie di interrogativi. L’Europa, secondo la Pivetti, è al centro di tensioni di carattere politico molto violente e sta attraversando una profonda fase di ripensamento su se stessa. La Presidente di Italia Madre  ha evidenziato come esista uno scollamento profondo tra il pensiero teorico articolato e strutturato sull’Europa e la sua realtà pratica. Quello che si auspica è una  divulgazione sull’Europa, qualcuno che si dia da fare per rendere leggibile e condivisibile, anche a chi non può accedere all’ istruzione superiore, il grande patrimonio culturale europeo; una complessità del sistema che merita di essere studiata e fatta propria dai cittadini europei.

Molte pagine del libro sono dedicate all’analisi del potere come radice della governabilità, un potere che dopo la Rivoluzione Francese trae la propria legittimità solo e soltanto dalla sovranità popolare. Un appello ad una democrazia consapevole che è fatta anche di una comunicazione corretta: è questo il giudizio di valore della Presidente di Italia Madre sul libro di Szczerski. Ancora, la Pivetti ha auspicato una crescita di cittadini europei più consapevoli e quindi un governo europeo più credibile. La cultura è la prima e fondamentale arma per combattere la battaglia per l’Europa e la Pivetti si augura che tale arma sia a disposizione di tutti i cittadini europei.

Giulio Terzi di Sant’Agata apre il suo intervento definendo Krzysztof Szczerski come una personalità assolutamente eminente del pensiero politico, degli studi sull’Europa e come un vero e proprio protagonista delle questioni europee e di quelle globali. Le analisi e le proposte del Ministro sono valutate di grandissimo valore. Il Presidente Sant’Agata ha evidenziato la passione di Szczerski nel trattare gli argomenti che è visibile tramite i collegamenti alla storia europea e ai principi fondanti della costruzione europea.

Il testo di Szczerski è una testimonianza che intende convincere gli Europei a riaffermare in modo deciso la coesione attorno ad una comune identità di valore, coesione che deve essere necessariamente avvertita e ricordata dai popoli dell’Unione. I popoli dell’Europa giudaico-cristiana devono ricordare che questa identità è la premessa fondamentale per affermare il ruolo globale che la storia ha affidato all’Europa. Leggendo il libro si evince che l’autore, a proposito del valore inalienabile delle Costituzioni in vigore negli Stati Membri, invochi regole più egualitarie anziché lasciare in una posizione egemonica un ristretto gruppo di Paesi. Il messaggio fondamentale del testo, ha continuato ancora Sant’Agata, è il richiamo alle comuni radici cristiane che devono essere riconosciute e apprezzate ed intimamente condivise da tutti i cittadini delle nazioni europee.

Adolfo Urso, Presidente della Fondazione Farefuturo, reduce da altri due interventi sulla stessa questione, il primo in Aula nel dibattito aperto dal Presidente del Consiglio Conte al Senato sulle prospettive del prossimo Consiglio europeo, il secondo in Commissione Esteri a fronte dell’ audizione dell’Ambasciatore della Federazione Russa, ha sottolineato quanto importante sia il tema dell’Europa a fronte della crisi che l’Unione Europea sta attraversando e che si manifesta con la paralisi delle istituzioni. Un sentire comune e un tornare alle radici della Comunità europea sancita con i Trattati di Roma: è questa la questione fondamentale che secondo Urso il libro porrebbe. L’autore Szczerski mette in luce come l’Europa debba essere una specifica comunità politica fondata sulle differenziazioni nazionali ma basata su valori millenari quali la filosofia greca, il diritto romano ed il Cristianesimo. C’è la necessità di tornare a questi valori per rifondare l’Europa.

Ma dall’altra parte Urso ha ammesso in un ulteriore  passaggio come l’Europa che ha fondato la Comunità Europea con i Trattati di Roma non esista più nel momento in cui ha rinunciato alle sue radici giudaico-cristiane e come non sussista più una pari dignità e un equilibrio tra gli Stati Europei, un equilibrio dovuto alla demografia, alla politica e all’economia. Un bisogno necessario di rifondare l’Europa sull’identità, sulle libertà, sulla stessa dignità degli Stati e su un comune sentire europeo: una strada difficile ma assolutamente necessaria rispetto al contesto globale a cui apparteniamo con nuove potenze che si affacciano.

A seguire l’intervento dell’autore Krzysztof Szczerski.

Il libro è stato presentato mercoledì 17 ottobre 2018 nella sala conferenze del Rettorato dell’Università del Salento a cura dei Dipartimenti di Studi Umanistici e di Scienze Giuridiche.

FRANCESCA  RICCIUT I

 

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NOTE A MARGINE –  Forse sono necessarie due osservazioni che intendo esprimere a livello personale, reputando comunque di interpretare in gran parte gli orientamenti dell’ intera Redazione.  #  A)  – L’ “Europa giudaico-cristiana” è una definizione che decisamente non condivido, così come non condivido determinate teorizzazioni sulle “Radici Giudaico-Cristiane dell’ Europa”, ritenendo invece tali radici esclusivamente “Cristiane”. Ciò a seguito dell’avvenuta sovrapposizione del Cristianesimo sulle antiche Religioni a cui si ispiravano le grandi Civiltà di Atene e di Roma e, quindi, anche sulle Religioni Celtico-Germaniche, dopo l’ assoggettamento di questi popoli da parte di Roma. D’altra parte bisogna tener presente che proprio Gesù di Nazareth, dopo le iniziali predicazioni tra le tribù della Giudea, per la diffusione del “Suo Messaggio”, scelse la universalità e la centralità di Roma ove inviò i suoi Apostoli.  # B) –  E’ altrettanto evidente che “questa Europa” tecno-burocratica, dipendente da Bruxelles, dominata da Istituzioni bankarie, …. “questa Europa” senza anima ed i cui valori si identificano nelle “Leggi del Mercato” ed in algoritmi finanziari,  non può essere condivisa dalla “Linea Editoriale” della Consul Press.  Io personalmente continuo a sognare ancora un’ Europa Nazione e/o un’ Europa dei Popoli e delle Patrie, come forse idealizzata da Jean Thiriart o ipotizzata da Charles De Gaulle.  (G.M.)