Terremoto in Turchia e Siria: disastro umanitario.
“Questo sisma ha colpito in modo diretto 13,5 milioni di nostri concittadini”, ha dichiarato oggi il ministro dell’Urbanizzazione del governo di Ankara, Murat Kurum, descrivendo, tra gli effetti del terremoto, l’interruzione di strade, rese inaccessibili dalle scosse, nonché la mancanza di acqua in alcune regioni, dove si sta cercando di operare il più rapidamente possibile per ripristinare il funzionamento dei servizi essenziali.
Oms in campo: “Trauma enorme e rischio malattie”
L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) Europa è in campo in Turchia, insieme all’ufficio nazionale e in collaborazione con la sede centrale dell’agenzia Onu per la salute, per sostenere il ministero della Salute del Paese nella risposta all’emergenza umanitaria provocata dal terremoto che ha colpito l’area. Sarà la risposta di primo soccorso alle comunità sul campo e poi la cura dei traumi più specializzata negli ospedali. Il tempo è brutto e fa freddo. Anche il rischio di malattie infettive sta decisamente aumentando. Alcune delle linee di approvvigionamento cruciali di acqua e servizi igienico-sanitari saranno compromesse ed in questo modo aumenterà il rischio di malattie. E c’è ovviamente un enorme danno psicologico che va ben oltre il trauma fisico, le cui stime al momento sarebbero impossibili.
Unesco: “Preoccupati” per la situazione di Aleppo”
L’Unesco si è detta “particolarmente preoccupata” per la situazione nella città siriana di Aleppo dopo il terremoto di ieri. Lo ha detto a Ria Novosti l’addetto stampa dell’organizzazione Onu, Tom Mallar. La storica fortezza di Gaziantep in Turchia e la cittadella di Aleppo in Siria, entrambe patrimonio mondiale dell’Unesco, sono state colpite ieri mattina dal potente terremoto che tra i due Paesi ha fatto ben più di 5mila morti.
L’Unesco ha effettuato con i suoi partner una prima valutazione dei danni al patrimonio. In Siria, sono particolarmente preoccupati per la condizione dell’antica città di Aleppo, dove si osservano danni significativi nella cittadella.
In Turchia e Siria arrivano i soccorsi russi
E’ giunto in Siria un aereo Il-76 del ministero russo per le Emergenze con a bordo soccorritori, addestratori di cani e attrezzature speciali per aiutare nelle operazioni di soccorso dopo il devastante terremoto. Mosca sta inviando soccorsi in Siria , e a sottolineare l’impegno per aiutare l’alleato turco stamattina è arrivato ad Adana un aereo An-148 con una delegazione di alto livello del ministero per le situazioni di emergenza, diretta dal vice-capo dipartimento Alexander Chupriyan. Altri due aerei con i soccorritori russi dovrebbero arrivare in Turchia a breve. Il ministero russo ha fatto sapere che due aerei Il-76 sono pronti a volare in Turchia per assistere all’indomani del terremoto e sono stati allertati specialisti di altri dipartimenti per aiutare nelle operazioni di salvataggio.
Siria, il governo e l’opposizione al nord
L’opposizione siriana afferma che “centinaia di famiglie” sono ancora intrappolate sotto le macerie. Il tempo sta per scadere per salvare centinaia di famiglie ancora intrappolate sotto le macerie degli edifici crollati, ha detto il capo del servizio di protezione civile gestito dall’opposizione siriana. L’Onu ritiene che in Siria a causa del sisma almeno 224 edifici nel nord-ovest del Paese sono stati distrutti e almeno 325 sono stati danneggiati, compresi i magazzini degli aiuti nell’enclave che ospita milioni di sfollati, la maggior parte dei quali vive già in case semidistrutte.
Secondo le ultime notizie stanno giungendo aiuti da Iran e Iraq, ma arriveranno su strade e case già messe in ginocchio dalla guerra, aiuti per un popolo che sta usando mezzi di fortuna per salvare le vittime del terremoto. Secondo il governo di Damasco fedele ad Assad gli aiuti dovrebbero essere amministrati da loro ma le milizie ostili al governo sono di tutt’altro avviso.
Il problema del clima e delle precipitazioni
Il freddo, la neve e la pioggia stanno inoltre ostacolando i soccorritori, e questo accade in entrambi i Paesi. Anche raggiungere le aree vicine all’epicentro in Turchia si sta rivelando incredibilmente difficile. Si teme che l’autostrada che porta a Sud non sia sicura dopo le forti scosse e il transito è stato spostato su una tortuosa strada di montagna. Le strade sono sconnesse, con profonde fratture. E come conseguenza del sisma un grande incendio è divampato da ieri notte nel porto di Iskenderun (Alessandretta, dal nome turco di Alessandro il Grande, Iskander), località costiera del sud est della Turchia, forse a causa della caduta di alcuni container causata dal sisma. Rabbia é stata espressa dai cittadini nella provincia meridionale di Hatay per la lentezza dei soccorsi, confermata anche dal sindaco della città.
foto ©Vatican News e today ©Francesco Spuntarelli