Test nucleare russo ai confini con l’Ucraina
Secondo il quotidiano britannico Times Vladimir Putin è pronto a effettuare un test nucleare ai confini dell’Ucraina.
La Nato avrebbe già allertato i propri membri delle intenzioni del numero uno del Cremlino inviando un’informativa di intelligence. A supporto dell’ipotesi di un possibile test nucleare, ci sono le immagini satellitari che hanno individuato un treno gestito dalla divisione nucleare segreta russa diretto verso l’Ucraina. Dopo giorni di escalation verbale sulla minaccia atomica della Russia, Vladimir Putin sarebbe pronto a un inquietante gesto dimostrativo per alzare ancor di più il tiro nello scontro con l’Occidente.
La presenza del treno atomico russo e i suoi movimenti non indicano per forza un test nucleare in arrivo. Il carico è rappresentato da mezzi del dodicesimo Direttorato, che si occupa della custodia delle testate nucleari. Ad esempio ci sono le autoblindo Kamaz 43269 “Vystrel”, con torretta e cannoncino da 30 millimetri. Il filmato del treno è stato geolocalizzato a Sergiyev Posad, a nord di Mosca. Sulla linea ferroviaria che porta anche al Vologda 20, il magazzino centrale degli ordigni al plutonio. Ma a ottobre in Russia si tengono le esercitazioni Grom.
Quindi ci sono altre spiegazioni alla presenza del treno. Potrebbe essere una forma di segnalazione all’Occidente del fatto che Mosca sta innalzando il confronto. Oppure la Russia potrebbe condurre la consueta esercitazione autunnale di deterrenza strategica. Quindi questo treno potrebbe mostrare una preparazione per questa esercitazione».
Una mossa, quella del test nucleare, che confermerebbe la «pericolosità» di un Putin che si trova con le «spalle al muro», come dichiarato dal direttore della Cia, Bull Burns, in un’intervista alla Cbs. Accanto al possibile test già ipotizzato del siluro Poseidon, che sarebbe in rampa di lancio dal sommergibile Belgorod di recente intercettato nel mar Artico, il nuovo avvertimento sarebbe rappresentato da un treno militare della divisione nucleare in movimento in direzione dell’Ucraina. Il presidente russo deve «essere preoccupato, non solo di ciò che sta accadendo sul campo di battaglia in Ucraina, ma anche di ciò che sta accadendo in patria e a livello internazionale», ha sottolineato ancora il numero uno dell’intelligence Usa, ricordando che, nonostante la promessa di «un’amicizia senza limiti», la Cina ha rifiutato di offrire supporto militare per l’offensiva in Ucraina.
Da Mosca però, è arrivata la dichiarazione del direttore del Dipartimento per la non proliferazione e il controllo degli armamenti del ministero degli Esteri russo Vladimir Yermakov che ha ribadito l’impegno per la «inammissibilità della guerra nucleare». Il Cremlino, invece, glissa. Sollecitato su un eventuale ricorso all’atomica, il portavoce Dmitry Peskov ha replicato che «Mosca non intende prendere parte alla retorica nucleare alimentata nei media occidentali da politici e capi di Stato». Più esplicito è stato l’ambasciatore russo a Parigi, Alexei Meshkov, che in un’intervista alla tv CNews ha assicurato che «per ora la Russia non ha motivo di utilizzare armi nucleari tattiche», ricordando che «nella dottrina russa ci sono soltanto due motivi per i quali noi potremmo utilizzare armi nucleari: un attacco con armi nucleari contro la Russia o i suoi alleati, o un attacco con armi convenzionali che metta in pericolo la nostra stessa esistenza».
Secondo l’analista Konrad Muzyka, l’unità è responsabile delle munizioni nucleari, del loro stoccaggio e della manutenzione, e potrebbe essere impiegata in un “esercizio di deterrenza strategica“. Gli spostamenti del convoglio ferroviario erano stati segnalati già domenica dal canale Telegram filorusso Rybar, che descriveva i blindati caricati con nuovi pezzi d’artiglieria equipaggiati con cannoni, mitragliatrici e lanciagranate. Per Andrew Futter, professore dell’Università di Leicester ed esperto di armi atomiche, l’aver mobilitato il treno delle divisione nucleare rappresenta al momento un avvertimento lanciato da Putin all’Occidente.
Sulla preparazione di una provocazione nucleare, però, le intelligence alleate restano caute. «Non abbiamo nessuna indicazione che le forze armate russe stiano mobilitando mezzi o personale connessi al loro arsenale nucleare: tutto al momento è nella norma», ha spiegato un alto funzionario della difesa occidentale. Ma la Nato non ha smentito ufficialmente il report del Times e il timore di un gesto sconsiderato dello zar di fronte ai rivolgimenti negativi sul terreno ucraino, da Kharkiv a Kherson, resta forte.
Pure gli analisti degli Stati Uniti, come riportato dal New York Times, dubitano che l’impiego di armi nucleari tattiche possa comportare dei vantaggi militari significativi per Mosca. Ma ritengono che, eventualmente, i russi potrebbero lanciare un proiettile da 150 millimetri, armato con una testa nucleare, da un sistema di artiglieria posizionato all’interno dell’Ucraina, oppure una testata da mezza tonnellata, con un missile lanciato dal territorio russo. Gli obiettivi potrebbero essere una base militare ucraina o una città di piccole dimensioni.
La minaccia resta, comunque, presente, almeno secondo Kiev, tanto che il Consiglio comunale della capitale ucraina ha fornito ai centri di evacuazione pillole a base di ioduro di potassio in preparazione per un possibile attacco nucleare. La tensione resta alta anche a livello diplomatico, con il “no” dell’Ucraina a un possibile dialogo con Putin. Il presidente Volodymyr Zelensky ha ratificato la decisione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale che afferma l’impossibilità di condurre negoziati con il presidente russo.
Pronta la risposta del Cremlino che si è detto disposto ad aspettare “un nuovo presidente ucraino” con cui negoziare. Zelensky, intanto, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente Usa, Joe Biden, durante il quale il numero uno della Casa Bianca ha ribadito che gli Usa non riconosceranno le annessioni dei territori ucraini alla Russia e ha confermato nuovi aiuti militari a Kiev da 625 milioni di dollari, compresi altri quattro sistemi missilistici Himars.
Il presidente ucraino ha sentito anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, auspicando una sua visita a Kiev. Zelensky ha ringraziato l’Italia anche in merito al nuovo decreto sull’invio delle armi appena esaminato dal Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica). Un invio, quello delle armi a Kiev, sul quale ha ironizzato l’ambasciata russa in Italia che, su Twitter, ha sottolineato come “le forniture di armi all’Ucraina non aiutano a risolvere il problema del caro-bollette”.
“Ho avuto un colloquio telefonico con la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Ci è stata sottolineata la volontà di continuare a sostenere l’Ucraina dopo la formazione del nuovo Governo italiano”. Queste le testuali parole scritte su Telegram dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Abbiamo parlato della necessità di introdurre ulteriori sanzioni contro la Russia. In particolare rafforzando l’ottavo pacchetto di sanzioni Ue ed evitando l’emissione di visti turistici ai cittadini russi da parte degli Stati della Ue”, ha aggiunto. Zelensky ha quindi “ringraziato per il sostegno incrollabile alla sovranità e all’integrità territoriale del nostro Stato”.
Giorgia Iacuele