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The day after: il giorno dell’impeachment

Ebbene sì, l’Italia ancora non ha un governo. Per questo bisogna ringraziare la sig.ra Merkel, alias sig.ra Europa, che con una serie di dichiarazioni “terroristiche” ha spaventato e fatto pressione su Mattarella che ha posto il veto su Savona.

Oggi, il giorno dopo, siamo tutti diventati costituzionalisti; con articoli alla mano, il 90 per l’alto tradimento ed il 92 riguardante i poteri del Presidente della Repubblica, l’Italia è divisa interpretando, ognuno a suo modo, norme che effettivamente dicono poco o nulla e soggette appunto a libera interpretazione. Chi non riconosce più Mattarella come presidente, chi dice che ha fatto la scelta migliore ed è stato fin troppo paziente, chi lo accusa di alto tradimento, chi lo elogia per la decisione coraggiosa, e chi semplicemente non capendo più quello che sta succedendo, si sente preso in giro da tutto e tutti.

L’unica cosa certa è che l’Italia e gli italiani non hanno più voce in capitolo su niente (non ce l’abbiamo sulla grandezza di vongole e cozze figuriamoci nello scegliere un ministro!) ma in compenso siamo il popolo del dolce far niente e degli scrocconi. Un popolo soggetto ad un paese vichingo il cui inno recita di donne, vino e canti e della sua grandezza al di sopra di tutto nel mondo. Arrivati a questo punto, comunque, meglio essere scrocconi (di cosa non si sa) che andare in giro in sandali e calzini, almeno noi abbiamo buon gusto!

Cosa canteremo, tra cinque giorni, durante le celebrazioni della Festa della Repubblica? L’Inno di Italia o il Deutschland über Alles? Probabilmente più il secondo.

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