Mademoiselle Coco ebbe un’infanzia difficile, appena abbandonato l’orfanotrofio iniziò la sua carriera confezionando cappellini e poco dopo passò all’abbigliamento, rivoluzionato il modo di vestire della donna. Da abiti ingessati e stretti ad abiti destrutturati che cadevano sul corpo femminile senza sottoporlo ad inutili costrizioni. A lei dobbiamo il tubino nero, la giacca in tweed, il tailleur, le scarpe bicolore che allungano la figura, la bigiotteria fatta di perle e l’iconico Chanel N5.
Quando scoppiò la Guerra, Chanel fu costretta ad abbandonare Parigi, e la sua notorietà cominciò a sfumare. È qui che entra in gioco Christian Dior con la sua filosofia decisamente contrapposta a quella di Coco. Se per Chanel era la semplicità a comandare, Dior punta l’attenzione verso la silhouette, ripensandola e sfruttando la sua arte per evidenziarla. Geniale introverso e anche scaramantico, in pochissimo tempo il suo lavoro cambiò il volto della moda francese. La sua Ligne Corolle incarna il desiderio di una ritrovata eleganza, e fu un successo internazionale. Giacche strette in vita e gonne rigonfiate da metri di preziosa stoffa sono l’esatto contraltare degli abiti più liberi e destrutturati di Chanel.
Il Titolo
Il 12 febbraio del 1947, al numero 30 di Avenue Montaigne, Dior fa sfilare per la prima volta novanta modelli ispirati a due delle sui linee principali, En nuit e Corolle. Protagonista indiscusso della collezione era il Tailleur Bar composto da giacca scolpita a contrasto con una gonna ampia e svasata. Alla sfilata era presente anche Carmel Snow, caporedattrice di Harper’s Bazaar, che ne fu talmente entusiasta da affermare “Mio caro Christian, i suoi abiti hanno un tale new look!”. Ed è così che è nato il titolo di questa nuova produzione.