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“Tota Pulchra”: intervista a Mons. Gervais e a Mario Tarroni

A colloquio con Mons. Jean-Marie Gervais e Mario Tarroni
 nella sede di
  “Tota Pulchra” – Associazione per la valorizzazione dell’arte
come motore di progresso spirituale e e sociale 

a cura di Fabrizio Federici 

Monsignor Jean-Marie Gervais, originario della Linguadoca o Occitania al sud della Francia,  è il Fondatore e Presidente dell’ Associazione “Tota Pulchra”, nonché Prefetto Coadiutore del Capitolo della Basilica di San Pietro. 
Mario Tarrone, cofondatore con Gervais di “Tota Pulchra” nonché il Direttore Artistico, è un giovane ma noto artista emiliano, originario di Comacchio, che ha inaugurato, l’autunno scorso, un’importante personale alla sede FINECO di Lungotevere Michelangelo. 
L’incontro è stato l’occasione per parlare adeguatamente della storia dell’Associazione e dei suoi futuri progetti.
Qui di seguito le domande rivolte, alternativamente, ai nostri cortesi interlocutori.  

1.) – D/ Monsignore, perché avete chiamato così la vostra associazione? 
– R/Tota pulchra es” è un’antica preghiera cattolica, del IV secolo d.C.: questo verso iniziale in latino significa “Tutta bella sei”, in riferimento a Maria, Madre di Cristo, concepita senza macchia di peccato originale. 
Abbiamo scelto di chiamare così la nostra associazione per evidenziare il suo interesse al ruolo che la bellezza dell’arte, in quanto manifestazione della Luce Divina nell’uomo, ha nella promozione dell’uomo stesso e nella creazione di una società più giusta. L’Associazione sostiene gli artisti, specie quelli giovani o bisognosi, attraverso eventi e rassegne.

2.) – D/ Mario, e com’ è nata, nel 2016, Tota Pulchra, che al suo attivo ha già parecchie iniziative culturali e di solidarietà con gli ultimi?
– R/
Conobbi Jean-Marie Gervais 7-8 anni fa, e ci mettemmo subito a parlare di arte e cultura varia; frequentandoci, concepimmo l’idea di un’associazione centrata soprattutto sulla promozione dell’arte, e, quindi, la scoperta di giovani talenti.

 3.) – D/  Monsignore, e come avete iniziato a muovere i primi passi?
– R/ 
All’inizio, in modo quasi “bohemien”: con piccoli concerti amatoriali, incontri (anche a casa mia, a volte) in piccoli spazi. Poi, gradualmente abbiamo trovato spazi più importanti, come anzitutto presso il Palazzo della Cancelleria Apostolica a Corso Vittorio (dove, tra l’altro, svolgo gran parte del mio lavoro). Tappa importante è stata la partecipazione, ad agosto 2017, alla manifestazione di Assisi: in cui artisti di Umbria, Lazio, Emilia Romagna e Russia si riunirono per omaggiare l’arte e la sua intima relazione con la Chiesa. 
Allora fummo tra le poche associazioni a rispondere all’appello di Papa Francesco agli artisti affinché, attraverso il loro ingegno, la società si riappropri dell’identità perduta, in un’epoca contraddistinta dall’assenza di valori. Da qui abbiamo avuto, allora, l’idea d’ una “Giornata mondiale sull’Arte dello scarto e degli scartati”: in linea sempre col pensiero del Santo Padre, dove centrale è il rifiuto della cultura dello scarto, economico e umano. Ad agosto 2018, sempre ad Assisi, siamo stati proprio gli organizzatori - insieme al Comune – della II edizione dell’evento, “Arte, cultura e sport”. 
Dopo, siam riusciti ad organizzare, o patrocinare, tante altre iniziative. Solo per citarne alcune, “Amor che move”, al Palazzo della Cancelleria sempre nel 2017, per la Festa europea della musica, col patrocinio del teatro San Carlo di Napoli; la personale dell’artista giapponese Katsu Ishida, ancora alla Cancelleria, nel 2019; lo spettacolo teatrale ”La Madre”, di Roberta Amoroso e Claudia Natale, sulla vicenda religiosa e umana di Maria di Nazareth, al Teatro del Pepe, in Prati, sempre nel 2019.

 4.) – D/ Monsignore … le vostre attività sul piano internazionale?
– R/
Promuoviamo iniziative di beneficenza e solidarietà in vari Paesi, con speciale attenzione al Libano (Monastero di S. Elias di Kahlounieh, dell’Ordine maronita libanese), all’Ucraina (centro di pellegrinaggio del Beato Martire Teodoro Romzha in Transcarpazia) e alla Comunità Congolese di Roma (che si riunisce alla chiesa della Natività di Gesù, in Piazza Pasquino). E abbiamo delegazioni e rappresentanti anche in Brasile, Spagna, Francia, Belgio, Monaco, Austria, Montenegro, Russia, Iran e India.

5.) – D/ Monsignore, la vostra associazione, però, non è a carattere strettamente religioso, cattolico. Tant’è vero che ne fan parte anche persone di altre fedi (musulmana e buddhista, ad esempio), o fortemente laiche…
– R/
Esatto, Tota Pulchra ha un’ispirazione, al tempo stesso, religiosa e laica nel senso migliore del termine: è una palestra di idee dove si confrontano cittadini di tutto il mondo uniti da una comune visione dell’arte e del suo ruolo sociale e da una concezione della vita e del mondo religiosa nel senso più alto, al di là delle differenziazioni culturali, confessionali, politiche.

 6.) – D/  Mario, in ultimo, qual è la vostra più recente iniziativa, e che progetti avete per il 2021?

– R/ L’ultima iniziativa vede fianco a fianco Tota Pulchra e l’Associazione Nascimento, da me presieduta. In occasione del novantesimo compleanno di Roberto Capucci, stilista di fama internazionale, il Collettivo Nascimento (gruppo artistico dell’omonima associazione) ha curato, col patrocinio di Tota Pulchra (oltre che del Pontificio Consiglio della Cultura e della Fabbrica di S. Pietro), l’installazione artistica delle “Grazie” di Roberto Capucci, abiti-scultura disegnati dal Maestro in omaggio alla Madonna. 
Realizzati secondo le antiche tecniche sartoriali del culto delle “Madonne Vestite”, dalle antichissime origini, che intreccia le Storie dell’Arte, del Costume e della Fede: diffuso, in parte ancora oggi, in Italia, Francia, Penisola Iberica e America Latina. Il 27 novembre scorso, le opere sono state installate presso la Cascata Grande e il Castello Boncompagni-Viscogliosi di Isola del Liri (Frosinone) e dal materiale documentario raccolto è stata tratta la mostra digitale “Grazie – Roberto Capucci e la ricerca della Bellezza” (visibile digitando, da GOOGLE, www.grazie.tv). 
Il 50% degli incassi di questa mostra, in corso sino al 16 luglio, finanzierà le attività di beneficenza del Santuario del Cristo Redentore di Rio de Janeiro.

*Questa intervista a cura di Fabrizio Federici, nostro collaboratore da molti anni , è stata già pubblicata nello scorso febbraio sulla Testata VivereRoma.org– supplemento di “VivereMarche”, edita da “www.vivere.srl” in Ancona, con Direttore Editoriale Giulia Mancinelli e Direttore Responsabile Michele Pinto.        

 

 

 

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