Tra Etica e Crisi Aziendali ….. Ilva, Alitalia, Whirlpool, AlmaViva, ecc.
Dal “BOOM ECONOMICO“ al “FLOP POLITICO“
del SISTEMA PAESE ITALIA…..
considerazioni ed approfondimenti di Alessandro Ricci
Dopo aver letto l’attenta analisi di Stelio W Venceslai “ LA JENA RIDENS, mentre il Paese piange”, non posso che concordare con quanto scritto nella seguente frase: «Non è neppure questione di colori, verde, bianco, giallo o rosso. Sono tutti uguali. È facile dire: ma questo è qualunquismo! No, è solo la constatazione del fatto che chiunque sia stato al potere in questi ultimi anni non è stato in grado di risolvere neppure un problema. Li ha solo trascinati, peggiorati, al successore».
La situazione Alitalia è la più calzante, un carrozzone politico, un’azienda IRI privatizzata dopo Maastricht, verso la fine degli anni 90 del secolo scorso, per fare cassa o forse per liberarsene, molti sono stati i piccoli risparmiatori che fiduciosi parteciparono a quella privatizzazione e che, dopo una decina di anni, persero tutto.
Nel 2008, tra l’avvicendarsi di due governi, Prodi II e Berlusconi IV si stava arrivando al fallimento della società ma, in soccorso, giunsero i “capitani coraggiosi”! Siamo al 2019, i capitani di CAI – Compagnia Aerea Italiana se ne sono andati e sono entrati gli Emiri, anche loro hanno abbandonato la partita, la compagnia è nuovamente alla ricerca di un partner.
Per anni la tratta Roma–Milano è stata gestita in esclusiva da Alitalia, ma poi il treno ad alta velocità ha recuperato una buona quota del traffico passeggeri; all’aeroporto di Fiumicino, da circa un paio di anni, ogni giorno, due frecce rosse da e per Venezia arrivano e partono.
Se si giungerà ad un’ulteriore resurrezione della compagnia, Trenitalia sarà presente nella nuova Alitalia ed è auspicabile che l’alta velocità sottragga la maggior parte di passeggeri al trasporto aereo ed automobilistico, a beneficio dell’inquinamento. La nuova Alitalia, abbandonate le rotte nazionali, deve gestire quelle internazionali, deve essere il tappeto volante per i turisti da e per l’Italia; se si vuol continuare a vivacchiare è meglio farla finita, tutti a casa, costano di meno, l’aeroporto non si chiude, la vita continua.
I piccoli azionisti hanno pagato con i loro risparmi, i contribuenti indirettamente con i milioni dati o “prestati” in questi anni dallo stato nelle varie operazioni di salvataggio.
Con le vignette disegnate da Giannelli, Pillini, Vauro ed altri si potrebbe stampare un volume con oltre un centinaio di pagine, a lato una di Giannelli pubblicata nell’aprile del 2008
Se parliamo di Ilva, materie prime, e di Whirlpool, prodotti finiti, oltre al colore politico è necessario, anche se non può far piacere, parlare di mercato e dell’imprenditoria italiana. Con il Terzo Millennio si è sviluppata la globalizzazione, l’Europa si è unita in un unico mercato e si è data una moneta, l’imprenditoria italiana non ha più goduto di aiuti di stato e di svalutazione della lira; l’euro è una moneta stabile legata, in linea di massima, alla parità con il dollaro Usa, ora sotto la pari, ora sopra la pari.
Lo “spread”, quando c’erano ancora le monete unificatesi nell’euro, colpiva le singole monete ed ogni giorno la lira cambiava la sua quotazione con il dollaro Usa, la sterlina, il marco tedesco ed altre, oggi colpisce i titoli per finanziare il debito dello stato quotandoli con la stessa tipologia di titoli emessi dalla Germania, la svalutazione della moneta portava ad un aumento delle esportazioni, il maggior costo del debito pubblico porta ad un maggior costo del credito.
La Cina, con un Pil che cresce più del 5%, invade con le sue merci a basso costo tutto il mondo; la crisi del 2008 degli Stati Uniti, giunta in Europa un po’ in ritardo, è stata superata, ….le economie avevano ripreso a crescere, ma i dazi – tra gli Usa e la Cina e tra gli Usa e l’Europa e l’embargo alla Russia dopo la crisi Ucraina – stanno riportando le economie europee in recessione.
Se parliamo di acciaio, oltre a Taranto, dobbiamo citare anche Napoli Bagnoli, a cui dovremmo aggiungere il V centro siderurgico di Gioia Tauro promesso ma poi non realizzato; l’impianto di Bagnoli è stato chiuso nel 1993 e l’area dello stabilimento non è stata ancora bonificata e riqualificata. Anche nella produzione di questa materia prima, chi è stato al potere ha fatto solo promesse e nel caso dell’Ilva ha regnato la confusione e i due poteri – quello locale, più vicino, e quello centrale, più lontano – dello stesso colore o di colori diversi, sono stati in aperto contrasto.
Produrre, dare lavoro e dare la morte o non produrre, riconvertire e dare la vita? Questo è il grande quesito, ma come risolverlo?
La maggiore forza di governo – che si è aperta la via con i “vaffanc..” – quando non era al Potere, ne auspicava la chiusura, ma giunta nella stanza dei bottoni non ha avuto il coraggio di mandare a casa alcune migliaia di lavoratori, ….. c’è nuovamente bisogno di “capitani coraggiosi”? La Cassa Depositi e Prestiti,… una nuova IRI?
La Whirlpool è un’azienda multinazionale statunitense che produce elettrodomestici, è quotata in borsa, presso la borsa di New York, acquisì nel 2014 la Indesit Company.
Molte aziende italiane sono state create da un piccolo imprenditore o di un gruppo di imprenditori, che spesso non sono riuscite a sopravvivere alla seconda generazione ….e, non essendo arrivati i “capitani coraggiosi”, tutti hanno accolto le multinazionali che svolazzano da un paese all’altro, alla ricerca di una manodopera a basso costo o all’acquisizione di un marchio, come quando, qualche tempo fa, si è parlato anche della Pernigotti.
Possiamo richiedere ad una multinazionale di comportarsi con etica? Di non guardare al mercato? Di non misurare il profitto?
E’ difficile, sono quotate in borsa, 10 cent di un dollaro, in aumento o in diminuzione, nella quotazione del titolo colpiscono l’azionista più del licenziamento di 100 o 200 persone: è il capitalismo e ci siamo dentro tutti, a mio avviso, anche quando andiamo a prendere un caffè al bar.