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Tra POLITICA e ANTIPOLITICA scelgo la POLITICA e voto NO

Domenica 20 e lunedì 21 settembre
si vota in Italia “di Tutto”

L’epidemia del virus ha rimandato il tutto a settembre; con la riapertura delle scuole, come è sempre accaduto, saranno le aule scolastiche ad accogliere i cittadini nell’election day e si voterà per i sindaci di molti comuni, per i governatori di 7 regioni, per l’elezione suppletiva di alcuni parlamentari in collegi del senato e della camera e per il referendum confermativo. 
Fortunati saranno gli elettori che si troveranno in un collegio, in un comune e in una regione a cui verrà consegnata una sola scheda, quella per il referendum confermativo ed allora parliamo solo di quello.

L’antipolitica, quella cresciuta con i vaffanc…, ha deciso che è necessario diminuire il numero dei parlamentari per ottenere un risparmio di circa 100 milioni all’anno che, come ha contabilizzato qualche malpensante, equivale ad un caffè e mezzo per tutti i cittadini della repubblica.

La riforma è stata una battaglia, contro il parlamento ed il senato, portata avanti dal M5S con l’obiettivo di colpire la “CASTA” ma è strano come questo movimento, non per amor patrio, ma per amor della poltrona, per raggiungere il suo obiettivo abbia chiesto prima i voti della destra per la votazione della legge costituzionale e poi, cambiato alleato per mantenere in vita un governo, chieda ora i voti della sinistra per l’approvazione del testo della legge costituzionale.

Negli anni passati i giornalisti Stella e Rizzo con il libro “La casta” non misero tanto in discussione il numero dei parlamentari quanto i benefici che il potere legislativo, con il passare degli anni, si era concesso ora con una ora con l’altra leggina, il finanziamento dei partiti, malgrado i cittadini si fossero espressi per l’abolizione, i rimborsi elettorali per somme vergognosamente superiori alle spese effettuate.

Di quelle spese pazze si è tornato a parlare casualmente proprio in questi giorni, la magistratura dopo le condanne, è sempre alla ricerca dei milioni di euro, miliardi di vecchie lire, ben superiori ai miliardi di “mani pulite”, e cerca di recuperarli con l’aiuto della guardia di finanza utilizzando rogatorie internazionali e intercettazioni telefoniche, quelle intercettazioni che i politici hanno sempre cercato di bloccare in nome di una presunta privacy.

Ma ritorniamo al nostro referendum, con il testo della Costituzione entrato in vigore il primo gennaio 1948, non veniva stabilito il numero dei parlamentari ma il numero degli abitanti, all’articolo 56 per la Camera 1 deputato ogni ottantamila, all’articolo 57 per il Senato 1 senatore ogni duecentomila.

Il numero dei parlamentari doveva aumentare con l’aumento della popolazione della Repubblica, nel 1963 si decise di modificare i due articoli stabilendo il numero dei deputati in 630 e dei senatori in 315 cercando di mantenere per la Camera il rapporto con gli abitanti e stabilendo per il Senato il numero dei senatori pari alla metà dei deputati.

Nel 2001 poi si definì il numero dei parlamentari rappresentanti i cittadini italiani residenti all’estero in 12 per la Camera e 6 per il senato, con la riforma oggetto del prossimo referendum i parlamentari passeranno a 400 per la Camera e a 200 per il Senato e di questi i rappresentanti dei cittadini italiani residenti all’estero saranno 8 per la camera e 4 per il Senato.

Nelle ultime elezioni politiche, nel 2018 con una popolazione di circa 60,4 milioni, uno dei seicentodiciotto deputati fu eletto con il voto di circa 98.000 abitanti, uno dei trecentonove senatori, su base regionale, con il voto di circa 195.000 abitanti.

Se si andasse al voto con i nuovi parametri, mantenendo la popolazione di circa 60,4 milioni, per eleggere uno dei trecentonovantadue deputati sarà necessario il voto di circa 155.000 abitanti, e per uno dei centonovantasei senatori circa 308.000 abitanti.

I movimentisti dicono che tutto funzionerà meglio e velocemente, ma se si va sul sito della Camera si possono leggere questi dati: 14 commissioni permanenti, 15 commissioni bicamerali, 3 giunte, 1 comitato, 5 delegazioni; alcune di queste commissioni prese ad esempio, Affari Costituzionali, Giustizia, Affari Esteri hanno tra i 41 ed i 43 membri, tutti scaldasedie?

Il potere legislativo è una cosa seria, diverso dai social e dalle piattaforme, le camere sono una delle poche istituzioni che ancora sopravvivono ai cambiamenti che interessano la società, c’è un formalismo, un po’ di cerimonia, un po’ di “ventagli”, vogliamo mandare a casa, un po’ alla volta, tutti i componenti? E poi?

Con i miei 70 anni e passa ricordo con piacere i partiti distrutti da “mani pulite”, c’era tutto “l’arco costituzionale” e, anziché le sigle delle stelle degli alberghi, si usavano oltre al tricolore una foglia d’edera, un fiore di margherita, una primula, una rosa, un garofano, un sole nascente o un sole che ride, una stella con una corona e varie falci e martelli.

Non mi pento di essere stato, non ancora diciottenne, in una sezione, il mio augurio è che si riaprano le sezioni, sono una cosa molto diversa dai social, c’è la staffetta, un passaggio di testimone dall’anziano al giovane e il giovane cresce e fa sue quelle idee. La politica è una cosa seria e ognuno di noi ogni giorno vive nella politica e fa politica.

Con il passare degli anni, con i problemi della vita, il lavoro, la famiglia, i figli, la scuola, la pensione, la sanità, qualcosa cambia ma la formazione politica resta nella pelle e difficilmente sarà dimenticata, forse perché ricorda anche i bei tempi della gioventù.

Voglio concludere queste riflessioni e quei tempi lontani anche ad un ritorno all’anno ’48, vorrei riappropriami di un vecchio adagio, si votava allora per le elezioni politiche e con il voto si diceva SI o NO al Partito Comunista, oggi il SI o il NO è tra politica e antipolitica e allora aggiorniamoci ad oggi e ricordiamoci che nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Rousseau NO.

Diciamo NO all’antipolitica salviamo la politica buona, mandiamo a casa la cattiva politica, facciamo che dalle città, dai quartieri, da luoghi come lo stadio San Paolo e da tanti altri luoghi continuino a giungere in parlamento uomini e donne, giovani e meno giovani, che abbiano voglia di lavorare per il Paese per costruire, non distruggere.

Buon voto a tutti, con mascherina e distanza di sicurezza, non abbiate paura, in quelle aule, in molte regioni, sono già entrate le generazioni future, i nostri figli, i nostri nipoti.

Alessandro Ricci

 

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