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Turchia, la terra torna a tremare nuovamente

 Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 5.6 ha colpito alle 10:04, orario italiano, la provincia di Malatya, nel sud della Turchia, già duramente martoriato dalle scosse sismiche dello scorso 6 febbraio rispettivamente di magnitudo 7.8 e 7.6 che hanno devastato ben undici province turche e oltre 70 tra Città e villaggi nella vicina Siria.

Come diramato dall’Afad, l’agenzia turca per i disastri e per le emergenze, e riportato dall’agenzia Anadolu, l’epicentro è nel distretto di Yesilyurt, nel sud est della Città, dove le reti locali hanno diffuso immagini dei cittadini sconvolti che si riversavano in strada. Immediata la risposta dei soccorsi, soprattutto dopo il crollo di almeno 22 edifici e 69 feriti.

Da quanto la terra ha iniziato a tremare in Turchia e in Siria il bilancio delle vittime è salito drasticamente superando i 50mila decessi complessivi. Nella sola Turchia oltre 44mila morti e 114.834 feriti, mentre in Siria il bilancio è di oltre 6.700 persone, stando ai dati della Ong Osservatorio siriano sui diritti umani, il quale ha reso noto che a causa delle numerosissime scosse di assestamento che si sono verificate, circa 9.136, le autorità hanno evacuato le province di Kahramanmaras Gaziantep, Sanliurfa, Diyarbakır, Adana, Adıyaman, Osmaniye, Hatay, Kilis, Malatya ed Elazig.

Il presidente dell’Afad, Yunus Sezer, preoccupato per la situazione che non sembra migliorare e dal numero crescente di sfollati che al momento sono oltre un milione mentre le persone evacuate sono 563mila, ha affermato che al momento si è concentrati «sulla rimozione delle macerie» e sul fornire assistenza alle migliaia di persone che in questa tragedia senza precedenti hanno perso tutto. Un lavoro difficile, rallentato e reso complicato dalle continue scosse di assestamento che da oltre una settimana non lasciano tregua al Paese.                                                                                                       Dal bilancio di oggi non è ancora emersa nessuna vittima, ma la macchina della Protezione Civile locale, insieme agli aiuti giunti da vari Paesi, non si ferma.

Tutto è iniziato con una prima scossa di terremoto di magnitudo 7.5 della scala Richter che ha colpito il sud-est della Turchia, al confine con la Siria, quando in Italia erano passate da poco le 2 di notte. Con gravi crolli di tantissimi edifici e centinaia di morti, il cui numero aumenta sempre di più. Migliaia i feriti per un sisma avvertito anche in Libano, Grecia, Cipro e Israele. L’epicentro del terremoto in Turchia è stato individuato nella provincia di Gaziantep. Sono seguite altre scosse di assestamento, dopo quella principale, comunque sempre molto forti. Una seconda molto forte in particolare si è verificata intorno alle 11.30 ora italiana nel distretto di Elbistan. Diramato una allerta tsunami che ha riguardato anche l’Italia, con la circolazione ferroviaria sospesa per precauzione per alcune ore in Sicilia, Calabria e Puglia. Pericolo successivamente ridimensionato.

Stando ad Afad, l’agenzia turca per la gestione dei disastri, almeno dieci le città colpite con vittime e crolli di case: Gaziantep, Kahramanmaras, Hatay, Osmaniye, Adiyaman, Malatya, Sanliurfa, Adana, Diyarbakir e Kilis. Morti anche in Siria: secondo Damasco centinaia di vittime e crolli. Oltre ai tanti rifugiati siriani nel territorio turco.

L’Unità di crisi del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha chiesto «a tutti gli italiani presenti a qualsiasi titolo» nelle Regioni di Turchia e Siria colpite dal terremoto di «registrarsi sul sitoDove siamo nel Mondoe scaricare la appUnità di crisi” per cellulari, attivando la geolocalizzazione». In una nota la Farnesina ha reso noto che «ha preso contatto con i connazionali presenti nel Paese e sta agendo in stretto raccordo con le rappresentanze diplomatico-consolari italiane dell’area per verificare le condizioni delle comunità italiane nelle zone colpite. Al momento non risultano feriti o morti tra i connazionali».

L’Europa è al fianco del popolo turco e siriano in questo momento di angoscia“, ha commentato in un tweet la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. Anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha espresso il suo cordoglio, sempre su Twitter: “Profondamente rattristato nell’apprendere questa mattina del devastante terremoto che ha colpito parti della Turchia e della Siria”. “L’Ue è pienamente solidale con voi“, ha aggiunto. Dal profilo Twitter della presidenza di turno svedese del Consiglio Ue ci si dichiara “pronti a offrire il nostro sostegno“. Il commissario europeo per la Gestione delle crisi Janez Lenarcic ha annunciato che il Centro di coordinamento per la risposta alle emergenze che opera nell’ambito del meccanismo europeo di protezione civile sta organizzando i soccorsi dall’Europa: squadre da Paesi Bassi e Romania sono già in viaggio verso i luoghi del sisma.

Gianfranco Cannarozzo