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Una Narrazione Storica al “Contrario”:
……….. la Guerra Italiana 1940 – 43

AL  CAFFE’ LETTERARIO “HORA FELIX” UN DIBATTITO SUI LIBRI DI GIANFRANCO GIULIVI
“Potevamo vincere!” ed ”I responsabili della sconfitta 1940/43″

c’erano possibilità alternative al disastro? E quali sarebbero state le conseguenze?

RIFLESSIONI ED ANALISI  a cura di FABRIZIO FEDERICI

Nella sala riunioni della Libreria “Hora Felix” in Roma a Via Reggio Emilia, importante polo culturale per la presentazioni di libri e dibattiti su temi d’attualità politico-sociale a cadenza ormai quasi quotidiana, sono stati presentati al pubblico i due libri dello scrittore Gianfranco Giulivi “Potevamo vincere!  Se solo l’avessimo voluto ed ”I responsabili della sconfitta” [già dettagliatamente recensiti su questa testata- (vds. Link  *1 / *2 /)].

“Due testi di storia contemporanea – come sottolineato in apertura da Antonio Parisi, giornalista professionista già Direttore Emerito di Consul Press – che senz’altro contrastano fortemente la versione della storia degli anni 1940/43 trasmessa, un po’ in tutti i circuiti formativi (Scuole e Università, anzitutto) e informativi, dalla “Vulgata” ufficiale, da fine anni ’50 in poi. Quella, cioè, d’un’Italia mussoliniana totalmente impreparata – nonostante l’esperienza formativa del 1915/18 – e incapace di partecipare a un conflitto mondiale (sia per limiti oggettivi che per le gravi, endemiche carenze di armamenti e approvvigionamenti): e quindi, sin dall’inizio destinata a perdere”.

(Nella foto, da sinistra a destra, all’Hora Felix: Antonio Parisi, Fabrizio Federici, Gianfranco Giulivi)
Intendiamoci: chi scrive è un giornalista sinceramente democratico e ha orrore di qualsiasi dittatura, a maggior ragione proveniendo dalle file della sinistra autenticamente riformista e socialista democratica: percui, guardando alle vicende del 1940/43 e della successiva “appendice” della Resistenza come guerra di liberazione, guerra civile e guerra di classe (per riprendere la felice analisi di Claudio Pavone), non auspica certo che, a quell’epoca, avesse trionfato l’Asse.
Ma al tempo stesso ha a cuore, guardando alla storia, la ricerca sempre dell’obbiettività; e rifiuta anche qualsiasi lettura ideologica, o strettamente legata all’attualità politica, o comunque fatta con gli occhi di oggi, della storia stessa. Appunto l’esatto contrario di questo, fanno i due libri di Gianfranco Giulivi: di cui il primo, “Potevamo vincere!” (Roma, Book Sprint ed., 2023, €. 30,90), è, in sostanza, una dettagliata esposizione dei fatti 10 giugno 1940- 8 settembre 1943.

E l’altro, “I responsabili della sconfitta” (Fergen ed., 2023, €. 20,00), un’attenta ricerca sui perché di quella sconfitta ! E quindi, sugli incredibili intrecci di impreparazione, incapacità, doppiogiochismo, segrete trattative con gli Alleati e tradimenti veri e propri dietro le quinte verificatisi nella partecipazione italiana alla guerra mondiale; e alla base di errori tattici e strategici talmente enormi da non poter essere considerati errori, o almeno, solo tali.
Due soli esempi: la “drole de guerre” che si verifica anche in Africa, dal 10 giugno 1940, col Maresciallo Graziani che attende addirittura tre mesi – ! – prima di attaccare dalla Libia, dando così modo agli inglesi di rafforzare fortemente i loro effettivi in Egitto e nel Medio Oriente; e il disastro di Taranto, nella notte tra l’11 e il 12 novembre dello stesso anno. Sei navi da guerra danneggiate dai piccoli aerosiluranti inglesi, 58 morti e gravi danni alle strutture portuali (almeno, Roosevelt – perdonateci la battuta!  – un anno dopo, già probabilmente al corrente del progettato attacco giapponese a Pearl Harbour, avrebbe provveduto a togliere in tempo dalla base le portaerei…!).

In questo secondo libro, Giulivi – che pure non è uno storico di professione, ma un ricercatore animato da sincera volontà di sapere di più e meglio – elenca minuziosamente i nomi dei tanti responsabili dei disastri susseguitisi dal ’40 al ’43: alte sfere militari, diplomatici e politici di rango e di varie estrazioni. Precisando di nutrire il massimo rispetto, poi, per quegli antifascisti seri, e disinteressati, che spesso, quando salvarono la vita, passarono però lunghi anni in carcere o al confino. Ma ovviamente, non si può nutrire lo stesso rispetto per gente protagonista di doppi  – o addirittura tripli – giochi incredibili, spesso motivati, poi, soprattutto da bassi interessi personali (e bene fa Giulivi a citare anche una dichiarazione postbellica di Dwight Eisenhower, il regista dello sbarco in Normandia, poi 34° Presidente USA: di ammirazione – al di là di tutto – per i nemici dichiarati, operanti alla luce del sole, ma pieno disprezzo per quelli operanti nell’ombra, o addirittura spacciantisi per amici)..

La ricerca di Giulivi permette, poi, di fare il punto sulla “vexata quaestio” della reale preparazione (come armamenti, attrezzature, effettivi militari, “capitale umano”) del nostro apparato bellico al 10 giugno 1940: e al ‘42, quando- come riportano alcune fonti –  ci sarebbero stati parziali miglioramenti (in termini di equipaggiamenti militari, aerei da combattimento e, forse, anche carri armati). Ma “Sulla preparazione bellica dell’Italia subito prima, e durante il conflitto”, replica Giulivi, “si potrebbe scrivere un libro specifico, però ne uscirebbe una nuova “Divina Commedia”: sia per la quantità di informazioni tecniche che dovrebbe contenere, sia per l’analisi delle quantità e qualità delle risorse militari che erano a disposizione”, ecc…
”Ma soprattutto, per l’effettiva preparazione (addestramento al combattimento) delle risorse umane e tecniche da utilizzare nei vari scacchieri bellici, a seconda del tipo di guerra che si voleva impostare. E per il Coordinamento tra le varie Forze Armate…L’affiatamento almeno tra le 2 Armi, Marina e Aeronautica, era fondamentale nella guerra sul mare (Mediterraneo Occidentale e Orientale). Imporre il coordinamento tra le varie Armi, seguendone gli sviluppi, era compito precipuo del C.S.M. Generale, il Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio…Tutto ciò non fu fatto, e i risultati si videro subito, anche per la non corretta applicazione delle direttive di Mussolini”.

Specialmente il secondo libro di Gianfranco Giulivi, “I responsabili della sconfìtta”, è anche una ricerca sull’esistenza, all’epoca, di concrete possibilità alternative al disastro del 1943. Nella consapevolezza, aggiungiamo, che in un certo senso, la storia a volte si fa proprio con i “se “ e con i “ma”:  intesi appunto come verifica dell’esistenza o meno di reali alternative al modo di svolgersi d’un determinato fatto, senza  alcuna “idolatria del reale”, dell’effettivamente accaduto, e in vista, soprattutto, di possibili situazioni future simili.

Ma una vittoria dell’Italiachiediamo all’ Autore, non avrebbe significato una vittoria anzitutto della Germania nazista, col suo allucinato progetto di dominio del mondo intero e genocidio planetario (l’incubo descritto, decenni fa, anche da scrittori come Robert Harris e Philip K. Dick, con romanzi come “Fatherland”, portato poi sullo schermo, e “La svastica sul sole”)?
E COSI’ CI RISPONDE GIANFRANCO GIULIVI: Una cosa è certa: tutti avevano paura della Germania, Italia inclusa. D’altronde, noi italiani ormai avevamo 80 milioni di tedeschi direttamente ai nostri confini, e forse, avrà pensato il Duce, era meglio averli come amici che come nemici. Io, nel mio primo libro ” Potevamo vincere!”, affermo che vincere sarebbe stato possibile prima della diretta discesa in campo degli USA, se solo avessimo effettivamente preparato la guerra e l’avessimo combattuta da subito; probabilmente, una nostra vittoria nel Mediterraneo e in Egitto avrebbe costretto la Gran Bretagna ad una “Pace di Compromesso”. Di cui si sarebbe giovata anche la Germania, senza più ostacoli in Europa, salvo il pericolo dell’espansionismo sovietico: l’URSS nel 1939, giunta ai confini della Germania tramite la spartizione della Polonia, era pronta ad attaccare la Germania nazista, per poi dilagare in Europa (lo storico sovietico dissidente Viktor Suvorov, già dirigente dei servizi segreti militari dell’ URSS, nel documentato saggio ”Stalin, Hilter- La rivoluzione bolscevica mondiale”, pubblicato in Italia nel 2000 da Spirali, Milano, rafforza proprio questa tesi: cioè quella di un molto probabile attacco sovietico alla Germania progettato per il 1941 o, massimo, 1942, e “prevenuto” invece da Hitler con l “Operazione Barbarossa”. (questo, ovviamente, non giustifica affatto la ferocia dell’attacco nazista all’URSS del giugno 1941, N.d.R.).

Ma in definitiva e a Suo giudizio, chiediamo ancora all’Autore, cosa sarebbe successo, sul piano della politica internazionale, con una vittoria prima della sola Italia, poi anche della Germania?
E COSI’ ANCORA REPLICA GIULIVI: Concludo il mio primo libro (a pag. 571) proprio domandandomi questo. Non lo so, non voglio chiedermelo, non sono un medium, o un cartomante o un astrologo che predice il futuro, né un politologo, né un fazioso fascista o antifascista. Sono solo uno che – da storico militare, preciso – registra fatti e li analizza, cerca di interpretarne il senso e le motivazioni, trovare giustificazioni o ricercare elementi d’accusa. Sono solo certo di una cosa: il nostro destino sarebbe stato diverso e i nostri morti, uomini, donne e bambini, non sarebbero morti invano. Mentre è certa una cosa: Mussolini, da “massimo” responsabile del Ventennio, è divenuto l’ “unico” responsabile, permettendo a tutti gli altri di auto-assolversi e reinventarsi una verginità. Il Fascismo è stato Tolitarismo, e come tale si è avvalso della complicità di una classe dirigente intellettuale, militare, giudiziaria, industriale, economico-finanziaria, oltre che del consenso popolare.

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Sono due saggi, questi di Gianfranco Giulivi, dei quali – pur non concordando in toto con le loro tesi – auspichiamo la diffusione, come testi di approfondimento, anche nelle Scuole e nelle Università: per contribuire a una visione più moderna e obbiettiva dei fatti di tutti quegli anni, senza piu’ luoghi comuni, conformismi, faziosità ideologiche. E riteniamo che il prossimo biennio 2025-’26, con gli 80/esimi i anniversari della fine della Seconda guerra mondiale e della nascita della Repubblica, risulterà decisivo per tutto questo.

 Fabrizio Federici

*1) 11.06.20 “Potevamo vincere! Se solo l’avessimo voluto
*2)
30.11.23 – ”I responsabili della sconfitta”

*3) 25.04.24 “Una Guerra Disastrosa”-la Consul-Press intervista Gianfranco Giulivi