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Ucraina, Italia in campo per la ricostruzione

Dopo Francia e Germania anche l’Italia scende in campo e organizza nella Capitale un summit tra Governo e imprese per la ricostruzione dell’Ucraina.

Il summit, organizzato dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale in collaborazione con l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice) presso Palazzo dei Congressi, vede la partecipazione di 600 imprese italiane e 150 ucraine, oltre alla presenza dei massimi esponenti del Governo italiano, dell’Ucraina, della Commissione europea e delle principali Istituzioni finanziarie internazionali (Ifi), che presenteranno i rispettivi piani di interventi e ricostruzione a medio e lungo termine.

L’apertura dei lavori della conferenza è affidata al ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani e al suo corrispettivo ucraino, Dmytro Kuleba a cui seguiranno gli interventi istituzionali. La seconda parte sarà dedicata alle Ifi e a una sessione a porte chiuse suddivisa in sette tavoli settoriali e incontri b2g e b2b per individuare le tematiche principali che le imprese dovranno affrontare.

Dopo l’intervento di Barbara Beltrame, vicepresidente per l’internazionalizzazione di Confindustria il summit si concluderà con gli interventi del premier Giorgia Meloni e del primo ministro ucraino Denys Shmyhal.

Alla vigilia del summit per l’Ucraina, il ministro degli Esteri Tajani si è detto «orgoglioso del lavoro svolto per preparare la conferenza». Per il ministro il processo di ricostruzione «deve iniziare senza attendere la fine della guerra. non si tratta semplicemente di riedificare l’Ucraina, ma di ricostruirla meglio, secondo una logica di build back better,accelerandone il cammino verso un percorso europeo».

Fonti da Kiev intanto affermano di vedere l’Italia come il motore propulsivo nella candidatura all’Ue e che la conferenza di Roma “possa facilitare l’integrazione dell’Ucraina nel mercato europeo e le aziende possano dare un reale contributo alla ricostruzione del nostro Paese”.

Gianfranco Cannarozzo

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