Ucraina, la Cina non ha mai fornito armi e non è parte coinvolta nel conflitto
Sull’onda delle accuse mosse nei mesi scorsi dal segretario di Stato americano Antony Blinken e rilanciate sal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, secondo cui ci sarebbero segnali evidenti che “la Cina starebbe progettando di fornire armi e munizioni a Mosca”:
«In diverse occasioni gli alleati Nato e gli Usa li hanno messi in guardia dal farlo, questo non dovrebbe accadere. La Cina non dovrebbe appoggiare la guerra illegale della Russia», afferma Stoltenberg in una intervista rilasciata al Guardian, sottolineando che se questo dovesse accadere sarebbe una chiara e gravissima violazione del diritti internazionale e della Carta delle Nazioni Unite.
Pechino ritorna a smentire le accuse nei propri confronti, e questa volta lo fa tramite il neo ministro degli Esteri Qin Gang che nel corso del primo briefing con la stampa al termine dell’Assemblea del popolo ha ribadicto che «Pechino non ha fornito armi ad alcuna delle due parti del conflitto ucraino. La Cina non è l’artefice della crisi, né una parte direttamente interessata».
Parole che riprendono quanto già sostenuto dal capo della diplomazia del Partito Comunista, Wang Yi, mentre era impegnato nel tour europeo per cercare di trovare il favore in merito a una proposta di pace e farsi promotrice del cessate il fuoco.
In quella occasione culminata con una visita a Mosca, in cui avrebbe incontrato anche il presidente Vladimir Putin, come riferito anche dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, mentre il Paese celebrava la Giornata del soldato, ha sottoposto alla sua attenzione una proposta di pace politica che garantisce il principio di integrità territoriale e della sovranità di un Paese: «resteremo saldamente dalla parte della pace e del dialogo. Necessario sostenere i principi della Carta dell’Onu e dare una possibilità alla pace» aveva sostenuto Wang Yi.
Proposta che secondo il ministro Qin Gang è stata accolta piuttosto freddamente dall’Occidente a casa del fatto che in nessun punto richiede a Mosca di ritirarsi dai territori occupati.
Stoltenberg aveva dichiarato in merito che «La Cina non è credibile perché non ha mai condannato l’invasione Russa e ha firmato qualche tempo prima dell’invasione, un accordo per quanto riguarda una partnership senza limiti con Mosca. Non vediamo alcuna evidenza di aiuti militari anche minimi consegnati alla Russia, ma cosa vediamo è che ci sono indicazioni che la Cina potrebbe farlo».
«Pechino non ha fornito armi ad alcuna delle due parti del conflitto ucraino. La Cina non è l’artefice della crisi, né una parte direttamente interessata». «La guerra tra Mosca e Kiev è una tragedia che poteva essere evitata» sostiene il ministro affermando che la Cina da sempre è in favore della pace sulla guerra e del «dialogo al posto delle sanzioni e la de-escalation all’escalation», in riferimento alle minacce avanzate in più occasioni dagli Stati Uniti, qualora vi fossero delle evidenze comprovate che Pechino starebbe fornendo armi e minuziosi a Mosca.
Parlando dei rapporti tra Pechino e Mosca Qin Gang ha sottolineato che questi rappresentano un faro di stabilità, e un vero e prorpio modello per le relazioni internazioni, che dovrebbe essere preso da esempio. In un mondo sempre più instabile «è imperativo che le relazioni crescano costantemente ed esponensialmente, anche perché la stretta collaborazione tra i due Paesi può rappresentare una forza trainante, il cui partenariato strategico, che crescerà di forza in forza, è indispensabile e fondamentale.
«La Cina è molto preoccupata per l’intensificarsi della guerra in Ucraina che ormai sta andando fuori controllo, necessario il dialogo e continuerà a promuovere i colloqui di pace lavorando insieme alla comunità internazionale per affrontare le preoccupazioni di tutte le parti e per cercare la sicurezza comune». In merito ai sospetti poi ha detto che «esortiamo i Paesi interessati a smettere di gettare benzina sul fuoco il prima possibile e a smettere di addossare colpe alla Cina».
Il ministro degli Esteri si è poi rivolto all’Europa ricordando che le relazioni cino-europee non sono dirette ma anzi, queste sottostanno alle decisioni di terzi, gli Stati Uniti, secondo il Dragone Rosso. «la Cina considera sempre l’Ue come un partner strategico globale e sostiene l’integrazione europea. Speriamo che l’Europa, dopo aver attraversato il calvario della guerra in Ucraina, impari dal proprio dolore e raggiunga veramente l’autonomia strategica e la stabilità a lungo termine».
I rapporti tra Pecino e Washington infatti non sono dei più rosei, soprattutto dopo le delicata questione su Taiwan, e sulla vicenda del pallone sonda abbattuto recentemente sui cieli americani, di manifattura cinese.
Joe Biden, ha affermato che il pallone spia cinese è stato abbattuto con successo. Ha, poi, sottolineato di aver ordinato l’operazione mercoledì, ma di aver atteso fino al raggiungimento di un luogo sicuro (l’oceano Atlantico). Ora si procede con le operazioni per il recupero dei detriti. Secondo media statunitensi “il relitto sarà analizzato dall’Fbi a Quantico”. Il presidente ha seguito l’operazione dall’Air Force One, con il quale si sta recando a Camp David.
Mark Esper, ex segretario alla Difesa sotto l’ex presidente Usa ha dichiarato alla Cnn che «palloni di sorveglianza del Governo della Repubblica popolare cinese sono transitati brevemente negli Stati Uniti continentali almeno tre volte durante la precedente amministrazione e una volta che sappiamo all’inizio di questa amministrazione, ma mai per un periodo di tempo come questo».
La Cina “esprime la sua insoddisfazione e protesta con forza contro l’abbattimento del suo dirigibile civile senza pilota portato a termine poche ore fa dagli Usa”. Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri. La parte americana ha insistito “nell’usare la forza, ovviamente reagendo in modo eccessivo e violando gravemente la prassi internazionale malgrado non ci fossero i requisiti di pericolo e l’affermato uso civile del dirigibile”. La Cina “salvaguarderà risolutamente diritti e interessi legittimi delle società interessate, riservandosi il diritto di effettuare ulteriori reazioni necessarie”.
“Ripetutamente abbiamo informato la parte statunitense, dopo aver fatto le dovute verifiche, che il dirigibile è per uso civile e che è entrato nello spazio aereo degli Usa per cause di forza maggiore, del tutto accidentali”, si legge ancora nella nota. Allo stesso tempo, Pechino “ha richiesto chiaramente agli Usa di gestire la questione correttamente in modo calmo, professionale e sobrio”.
“La Cina agisce sempre in stretta conformità con il diritto internazionale e rispetta la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi. Non abbiamo intenzione di violare e non ha mai violato il territorio o lo spazio aereo di alcun Paese sovrano. Alcuni politici e media statunitensi hanno esaltato per attaccare e diffamare la Cina. La parte cinese è fermamente contraria a questo”. Lo riporta una nota del portavoce del ministero degli Esteri cinese.
Gianfranco Cannarozzo