Un libro di Antonio Scurati su Mussolini …… per rifondare l’ Anti-Fascismo
“M. IL FIGLIO del SECOLO” …. 839 pagine penose, noiose e non convincenti.
Risultato: una mal riuscita mistificazione storica
____________Una recensione critica di FRANCO D’EMILIO
Alla fine ce l’ho fatta!
A pagina 839, compresa, quindi, la lettura delle righe dedicate ai “Personaggi Principali”, ho chiuso “M. Il figlio del secolo”, l’ultimo libro di Antonio Scurati, provando quasi un senso di liberazione.
Se non fossi certo della salda amicizia di chi, sicuramente ingannato dalla pubblicità editoriale, mi ha donato questa fatica “scuratiana”, credendo di assecondare, arricchire il mio concreto e coltivato interesse per la storia del Fascismo, oserei dire di essere rimasto vittima di uno scherzo inatteso, insomma di un insopportabile scherzo da prete!
Alla fine del pallosissimo libro di Scurati mi sono chiesto angosciato cosa mai avessi letto: sicuramente né un testo storico né una biografia.
Ho capito di aver solo letto un patetico, perché imbarazzante e penoso, romanzo “feuilleton”, comunque troppo lungo, ingombrante persino per una pubblicazione a puntate nell’appendice di qualche giornale dell’Ottocento.
Un romanzetto popolare, trito nei colori e nei toni, che nulla aggiunge, tanto meno può avere la dignità di pretenderlo, a quanto già noto, verificato, perché ampiamente documentato, su Mussolini e i primi anni del Fascismo.
In queste pagine di Antonio Scurati si nasconde un tranello, c’è davvero puzza di bruciato: personaggi storici vengono coinvolti in azioni sceniche, mosse prevalentemente dall’invenzione che l’autore pone pericolosamente sullo stesso piano della storia!
Ancora di più il nostro Scurati beffa, raggira il lettore sostenendo che “Prima, però, tengo a dire che ogni singolo episodio, personaggio o discorso narrato in questo libro non è frutto dell’immaginazione dell’autore, ma è storicamente documentato o autorevolmente testimoniato. Non mi sono permesso nessuna invenzione.”
Balle, solo balle le sue, caro Scurati!
Perché, allora, nel suo romanzetto, trito e noioso, non sono indicate le fonti archivistiche per le quali ella può dichiarare di aver raccontato solo quanto documentato, non concedendosi alcuna invenzione letteraria? Cosa, giusto un esempio, documenta a pagina 55 la descrizione che ella dà di Margherita Sarfatti come la donna che “giace riversa sulla schiena, le cosce ancora divaricate, accasciata eppure sovrana nella propria nudità spudorata.” ….. “i seni abbondanti e penduli della madre che ha allattato.”?
Sparso qua e là figura solo qualche brano di documento senza che ne sia indicata la collocazione archivistica: eppure, il nostro scrittore ha la faccia tosta di lasciare che nel risvolto di copertina si esalti come il suo sia “un romanzo documentario impressionante, non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l’autore attinge, ma soprattutto per l’effetto che produce.”
Si può mai credergli sulla parola?
Assolutamente no, tutto un bluff!
Insomma, Scurati confida che lettori approssimativi e creduloni si bevano la bufala dell’attendibilità documentaria del suo romanzetto feuilleton.
Sorvolo sui vari svarioni presenti nel libro dell’incauto Scurati, strafalcioni che il professor Ernesto Galli della Loggia ha evidenziato in una sua recensione senza neppure un misero 18 per le spericolatezze di storia contemporanea del recensito: certo ho sorriso che Antonio Scurati abbia sentito nel 1922 il ticchettio delle telescriventi al Viminale, quindi molto tempo prima della loro effettiva introduzione nella pubblica amministrazione, avvenuta solo nel 1933.
Per scrivere il suo romanzetto feuilleton il nostro autore si è trasformato in uno storico con ampia licenza creativa per falsare, tradire, uccidere la storia.
“M. Il figlio del secolo” è un insidioso libro revisionista su Mussolini ed il Fascismo, proprio quello che occorre per rifondare l’odierno antifascismo, ormai tanto scolorito, anacronistico e disperatamente riottoso.