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Un romanzo alla scoperta delle problematiche in cui delle ragazze possono incorrere

“I vestiti degli altri” di Calla Henkel, edito Guanda, è un romanzo che diventa un giallo mentre ci si addentra nella lettura. L’inizio potrebbe ingannare perché un po’ lento, ma già dopo una ventina di pagine si ha la sensazione che c’è molto di più da scoprire. Il finale lascia a bocca aperta e potrebbe far pensare a un seguito.

Un crescendo di tensione e colpi di scena, nel suo primo romanzo Calla Henkel esplora il tema dell’amicizia femminile, dei legami tossici, della ricerca di un’identità e di come sia difficile crescere trovando un equilibrio tra le proprie passioni e i compromessi necessari alla sopravvivenza, sullo sfondo di una Berlino vitale e affascinante. I temi trattati sono di rilievo e coinvolgono tutte le generazioni, ma l’autrice riesce a dargli risalto non rendendoli mai banali.

Hailey ama tutto ciò che è pop: non solo Andy Warhol, ma anche Britney Spears e Perez Hilton, quindi è sicuramente un personaggio eccentrico. Infatti, è un’artista concettuale, ma di cosa si occupa nel concreto non si sa. Anche Zoe, sua coinquilina e voce narrante di “I vestiti degli altri” ha difficoltà a capire. Lei è sempre un artista ma si occupa di collage. La particolarità è che ritaglia, mette insieme i pezzi ma poi li brucia e da questo si evince che la sua stessa personalità non è ben formata.

Le due ragazze, provenienti dall’accademia di New York, si trasferiscono a Berlino per l’anno all’estero previsto. Nella Grande Mela si conoscono di vista ma decidono di cercare casa insieme in Germania per comodità. Hailey impazzisce di gioia quando vede l’annuncio dell’appartamento di Beatrice Becks, autrice di una serie di romanzi truculenti.

Zoe quando arriva a Berlino sta cercando di affrontare il lutto per l’omicidio della migliore amica che non ha un colpevole. Quindi è alla ricerca di se stessa ma nel percorso cerca di somigliare sempre di più a Ivy. Per Hailey, invece, la vita deve essere un’opera d’arte, ha la passione per il gossip e il caso di Amanda Knox. La storia del libro è ambientata quasi in contemporanea all’omicidio di Meredith Kercher.

Tra le due ragazze si crea un legame di amicizia intensa ma poco equilibrata. La differenza, infatti, non potrebbe essere più evidente: tanto Zoe è priva di scopo e influenzabile quanto Hailey è egocentrica e sicura di sé. Tra una festa e l’altra incontrano tante figure paradigmatiche: artisti, musicisti, studentesse di psicologia che si chiamano fuori dalla gara alla narrazione per limitarsi a studiarla.

Trama

A complicare la situazione ci sono le stranezze dell’appartamento in cui vivono, rumori insoliti e voci che non si sa da dove provengano. Hailey e Zoe si convincono che Beatrice Becks le stia spiando, forse per trovare materiale per i suoi romanzi. Decidono allora di giocare al suo stesso gioco, cercando di essere loro a determinare la narrazione dell’ipotetico romanzo. Iniziano a organizzare party esclusivi all’insegna dell’eccesso e presto tutta la Berlino del circuito artistico e giovanile fa a gara per ottenere un invito. Le notti diventano sempre più frenetiche e fuori controllo e Zoe inizia a chiedersi quale storia stia vivendo e come andrà a finire…

Autrice

Calla Henkel è a sua volta un’artista e performer: insieme a Max Pitegoff ha diretto alcune opere teatrali, nonché prodotto diversi episodi di una particolare serie, girata nel TVBar, locale che i due gestiscono nel cuore di Schöneberg, Berlino.

Bulimia

La bulimia è un disturbo del comportamento alimentare (come anoressia, binge eating e altri). Consiste in una voracità patologica ed eccessiva nel mangiare, seguita talora da induzione del vomito, utilizzo di lassativi, digiuno o eccessiva attività fisica.

È colpito da bulimia circa l’1–2% della popolazione femminile (un caso ogni 50-100 persone), maggiormente in una fascia di età compresa tra i 15 e 25 anni. Inoltre, circa il 10% delle ragazze in età a rischio soffre di un disturbo alimentare “parziale”.

Oltre a esserci motivazioni dovute agli standard di bellezza “ideale” la bulimia potrebbe anche avere una spiegazione biologica. A giocare un ruolo rilevante, in questo caso, sono gli ormoni sessuali nella regolazione della serotonina (un neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore, la fame e la sazietà in relazione alle emozioni). Questa aumenterebbe nel sesso femminile a seguito di una restrizione calorica.

Non esiste una causa specifica che ne induca l’insorgenza ma esistono dei fattori predisponenti correlati allo stato psicologico ed emotivo della persona, al contesto socio–culturale in cui vive e alle relazioni interpersonali instaurate.

Tra i fattori predisponenti possono esserci, ad esempio, le complicanze gravidiche e i danni perinatali, la presenza di familiari che soffrono o hanno sofferto di un disturbo alimentare, avere una bassa autostima e considerazione personale o essere troppo perfezionisti, le difficoltà interpersonali e l’insoddisfazione della propria immagine.

A questi, di solito, si aggiungono uno o più “eventi scatenanti”, per esempio lutti, traumi, la fine di una relazione importante, cambiamenti di vita (per esempio di scuola o di città). Spesso l’ossessione per il peso corporeo deriva anche da pressioni legate allo sport o al lavoro.

I sintomi che possono far pensare alla bulimia sono:

  • abbuffate ricorrenti caratterizzate da eccessiva voracità nel consumare cibo e dalla perdita di controllo dell’atto del mangiare;
  • comportamenti di compensazione: il più frequente è il vomito autoindotto, ma alcune persone assumono anche lassativi e diuretici con lo scopo di non assimilare tutte le calorie introdotte con il cibo;
  • preoccupazione estrema per il proprio peso corporeo.

                                                                                                                                                                                               Giorgia Iacuele