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Una mostra fotografica per i LXXX Anni dell’EUR

  LA CITTA’ IDEALE DEL RINASCIMENTO

                      TRA METAFISICA E FUTURISMO

Per mantenere viva la memoria della “Nostra Storia”, a ottant’anni dalla realizzazione del primo edificio, il Palazzo degli Uffici, prevista dal progetto “EUR 42”, una magnifica mostra fotografica è in corso all’Archivio Centrale dello Stato, promossa da ACS ed EUR SpA, dal titolo “Ottant’anni di EUR. Visioni Differenti. Archivio Centrale dello Stato e Carlo D’Orta”, dal 3 al 31 Maggio 2018, con un catalogo che raccoglie le bellissime fotografie esposte e un’ampia documentazione, edito dall’ INAIL.

Le fotografie di Carlo D’Orta presenti nel grande Salone dell’Archivio Centrale dello Stato all’EUR, creano da subito un dialogo tra interno ed esterno, il contesto è allo stesso tempo soggetto e oggetto della mostra.

L’EUR, come sottolinea il curatore Valerio Dehò, è “un luogo in cui storia e architettura trovano un punto di fusione … Vetta dell’urbanistica e dell’architettura … Il sogno di una città che mette insieme l’idea di un popolo che si ritrova attorno alla sua storia, con l’immagine di una contemporaneità, in cui i marmi e i travertini vestono un ideale di razionalità che incarna la possibilità del Buon Governo”.

L’EUR 42 infatti è stato progettato, sotto la direzione di Marcello Piacentini, con la collaborazione di una squadra di valorosi ed eroici architetti, per l’Esposizione Universale che si sarebbe dovuta svolgere a Roma nel 1942, ma che a causa della guerra non ebbe mai luogo. Parte del progetto si realizzò in tempi rapidissimi, tra i fattori determinanti il cemento armato. Edifici monumentali quali il Palazzo degli Uffici, il Palazzo della Civiltà Italiana, il Palazzo dei Congressi e il Palazzo attualmente sede dell’Archivio di Stato vennero realizzati quasi completamente tra il 1938 e il 1940, una corsa contro il tempo, capace di attraversare il tempo, dal mito di fondazione di Roma alla grandezza della storia di Roma, per giungere alla “Terza Roma”, la Roma Contemporanea, la Roma “Attuale”.

“La Terza Roma si dilaterà sopra altri colli lungo le rive del fiume sacro sino alle spiagge del Tirreno”.

Espressione che domina sulla facciata del Palazzo degli Uffici, inaugurato nel 1938. Roma, la città scritta per eccellenza, lascia il segno della sua presenza-esistenza tra mito e storia, immagine e scrittura nella fotografia frutto di un’attenta osservazione e ci rivela la sua intima essenza. Le fotografie di Carlo D’Orta ci raccontano la “Nostra Storia”, mettendo a fuoco particolari, angolazioni, prospettive, dettagli che spesso l’occhio non sa e non può cogliere, come viene evidenziato da una citazione di Aleksandr Michajlovic Rodcenko, scritta su una parete della Sala “Se si desidera insegnare all’occhio umano a vedere in una nuova maniera, è necessario mostrargli oggetti quotidiani e familiari da prospettive, situazioni e angolazioni totalmente inaspettate”.

L’architettura dell’EUR è indagata dalla ricerca fotografica secondo due modalità: La serie “Biocities” raccoglie immagini che mettono in evidenza l’essenza delle linee e le astrazioni geometriche, in dialogo con il Cubismo, il Neoplasticismo e il Costruttivismo. La serie “Vibrazioni” invece è costituita da immagini, dove l’attenzione si focalizza sui riflessi prodotti dalle vetrate dei grattacieli costruiti successivamente, quasi generando un “mondo parallelo”, da cui si evince tutta la distanza, dando un senso di movimento e velocità, elementi che rimandano al Futurismo. Nello sguardo fotografico dell’EUR prospettiva metafisica e visione futurista realizzano una sintesi perfetta di grandezza e bellezza, “in un ideale umanistico che l’arte e la fotografia non dovrebbero mai dimenticare”, come sottolinea il curatore.

Inoltre l’architetto Amedeo Schiattarella, citato in mostra, evidenzia come l’EUR si possa osservare sotto molteplici aspetti, da quello geografico-urbanistico, a quello organizzativo-funzionale, ma è soprattutto l’aspetto culturale che emerge con dirompenza “perché l’EUR nasce sin dalla sua origine e programmaticamente, come luogo di contemporaneità, una sorta di laboratorio di architettura, in cui definire i parametri e declinare i linguaggi della Via Italiana alla Modernità”. A tale proposito importante e forte è il nesso tra l’EUR e le città di fondazione e le città coloniali, a questo tema la mostra dedica una sezione con documenti e planimetrie conservati nell’Archivio Centrale di Stato. I grandi protagonisti dell’architettura e dell’urbanistica degli anni trenta “esportarono i principi della loro formazione -Accademismo, Eclettismo, Novecento, Razionalismo- esprimendo l’Identità Italiana”, in dialogo con l’edilizia autoctona. La stessa sperimentazione si mette in atto con la fondazione di “Città Nuove” in tutta Italia, “i progetti si trovano a confrontarsi con un territorio esente da strutture precostituite che consentì loro di interpretare fino in fondo il ruolo di una figura intellettuale in grado di delineare nuovi modelli sociali e indicare stili di vita legati a nuovi contesti urbani”.

 

Un periodo fecondo, che visto dalla dovuta distanza storica, che richiede metodo e scientificità, ossia studio e ricerca, può ancora indicare una direzione sia nell’ambito dell’urbanistica e dell’architettura e sia nella dimensione spirituale ed umanistica. Esemplare la pagina 17, presente in una teca al centro della Sala espositiva, del Volume di Presentazione della Esposizione Universale di Roma, stampato a cura del Commissario Generale Vittorio Cini, datato il 4 Aprile 1939:

Alle genti del mondo intiero. Roma lancia l’invito di partecipare all’Esposizione Universale del 1942 e chiama a raccolta tutte le forze creatrici per una nobile e proficua gara nel campo dell’attività umana, volontà di pace e fede nel futuro: ecco il duplice altissimo significato di questo appello. Predomina nella coscienza dell’Italia Fascista la certezza che l’Europa e il mondo supereranno ogni contrasto, per ritrovare quel minimo di unità ideale che è garanzia di progresso civile … sotto gli auspici dello spirito … propizia per il bene universale … offrire in sintesi … il progresso compiuto dall’umanità, in una gara ispirata al più alto interesse ideale … è un programma che realizzerà un massimo di solidarietà mondiale. Noi desideriamo fin d’ora impegnare i popoli del mondo a questa sintesi vasta e completa, per documentare le conquiste dell’ingegno e del lavoro”.