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Una mostra per i 360 anni dei Granatieri di Sardegna

QUANDO LA TRADIZIONE VIVE, 
PRENDE CORPO NELLE FORZE ARMATE

Ricorrendo il 360° Anniversario della Fondazione del Corpo dei Granatieri di Sardegna è in corso una mostra dal titolo “In principio era il Reggimento di Guardia”, presso il Museo Storico dei “Granatieri di Sardegna”, organizzata dall’ANGS, nella persona del presidente Nazionale Gen. D. Giovanni Garassino, curata dal Granatiere Gen. Ernesto Bonelli in collaborazione con il Direttore del Museo Ten. Col. (G) Bruno Camarota. La mostra è visitabile fino al 30 Giugno 2019, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 12.00.

La mostra è allestita nel prestigioso Salone d’Onore, dedicato ai regnanti di Casa Savoia, all’interno del Museo Storico dei Granatieri, che conserva la memoria di questo antico Corpo Militare, quindi essa si presenta come un ulteriore approfondimento. La storia dei Granatieri è profondamente legata alla Storia d’Italia e a Casa Savoia.

Il percorso espositivo cronologico ripercorre la storia del più antico Corpo dell’Esercito Italiano dalla fondazione nel 1659 al 1909, approfondendo i primi 250 anni, attraverso documenti, cimeli, uniformi, armi, grazie alla collaborazione di molti collezionisti. 

Il 18 Aprile del 1659 il Duca Carlo Emanuele II di Savoia fondò il “Reggimento delle Guardie”, chiamandolo “Nostro, per sottolineare l’appartenenza a tale Corpo solo di Piemontesi; infatti furono licenziati tutti i mercenari, dando così l’avvio a una serie di riforme importanti, molto stimate da altri stati italiani, al punto che l’ambasciatore veneziano dichiarò “Il signor Duca di Savoia si può gloriare di essere l’unico principe d’Italia che tiene vivo nei suoi popoli l’antico valore della nazione.” Espressione profetica nel 1659.

Al cambiamento della forma istituzionale dello stato (Ducato di Savoia, Regno di Sardegna, Regno d’Italia, Repubblica Italiana) è seguito anche il cambiamento delle strutture ordinative dell’Unità (Reggimento Guardie, Brigata Guardie, Brigata Granatieri Guardie, Brigata Granatieri di Sardegna), ma nulla è cambiato nello spirito degli uomini che nel corso dei secoli hanno militato tra le fila dei Reparti Granatieri, i quali, operando con onore militare e ferrea disciplina ed all’ombra della Bandiera simbolo dello Stato, sono sempre rimasti fedeli alle parole del Duca fondatore: “Tanto eseguite e che Dio nostro vi conservi”. (Gra. Gen. Ernesto Bonelli, curatore della mostra).

Il termine Granatiere si diffuse nel 1667, in relazione all’invenzione di piccole granate che dovevano essere lanciate a mano. Per questo motivo venivano scelti tra i soldati i più alti e forti, doti che gli consentivano di lanciare le granate quanto più lontano possibile.

In mostra presenti anche molte divise appartenenti a diverse epoche, ma quel che colpisce è la presenza dei Bianchi Alamari, decorazioni a cui i Granatieri sono molto legati, perché ricordano le valorose gesta da essi compiute nella battaglia dell’Assietta nel 1747. Durante la quale, i Granatieri strapparono dalle divise dei loro avversari franco-ispanici i lacci che erano intorno ai bottoni delle loro giubbe, e se li misero intorno al collo, come trofei, segni di vittoria.

Con la Proclamazione del Regno d’Italia nel 1861 l’Armata Sarda fu nominata Regio Esercito Italiano, incorporando tutte le altre formazioni militari d’Italia.

“Di Noi tremò la nostra vecchia gloria
Tre secoli di fede e una vittoria”  (G. d’Annunzio)

Questi versi del poeta Gabriele d’Annunzio si possono leggere sul portone d’ ingresso del Museo Storico dei Granatieri. Il Museo venne inaugurato nel 1924, un luogo che racconta le valorose gesta dei Granatieri a testimonianza del loro profondo Amor Patrio e del loro Senso del Sacrificio. Durante la Grande Guerra i Granatieri si diedero anima e corpo alla difesa della Patria, distinguendosi per valore e coraggio, come nell’impresa memorabile del cosiddetto Salto del Granatiere, evento eroico verificatosi sul Monte Cengio, nel 1916. Altro evento memorabile che unisce i Granatieri di Sardegna al Poeta Gabriele d’Annunzio, riguarda l’eroica impresa di Fiume, nel 1919, di cui quest’anno ricorre il Centenario. Significative le parole che sette ufficiali inviarono a Gabriele D’Annunzio in una lettera da cui scaturì l’Impresa di Fiume:

“Sono i Granatieri di Sardegna che Vi parlano. È Fiume che per le loro bocche vi parla. Quando, nella notte del 25 agosto, i granatieri lasciarono Fiume, Voi, che pur ne sarete stato ragguagliato, non potete immaginare quale fremito di entusiasmo patriottico abbia invaso il cuore del popolo tutto di Fiume… Noi abbiamo giurato sulla memoria di tutti i morti per l’unità d’Italia: Fiume o morte! e manterremo, perché i Granatieri hanno una fede sola e una parola sola. L’Italia non è compiuta. In un ultimo sforzo la compiremo.”

Questa mostra ci racconta i primi 250 anni, ci auguriamo il suo seguito ricorrendo proprio quest’anno il Centenario dell’Impresa Fiumana.

Il Corpo dei Granatieri di Sardegna è il corpo militare più antico d’Italia, ancora oggi si distingue in numerosi teatri operativi esteri, e in Italia è particolarmente impiegato in operazioni per la sicurezza, distinguendosi anche in momenti difficili e dolorosi, a seguito di calamità naturali.

Ma i Granatieri di Sardegna e tutte le Forze Armate, per Noi, che viviamo in un mondo dove vige la precarietà e il relativismo, dove assistiamo giorno dopo giorno al decadimento dei valori della Tradizione, rappresentano un punto di riferimento, duraturo e perenne, della e nella Nostra Storia. La loro presenza nella città ci dà la sicurezza della continuità simbolica tra passato e futuro, segno tangibile di un mondo fatto di ritualità:

FERMEZZA, DISCIPLINA, BELLEZZA, FEDELTA’, EROISMO, ONORE 
Parole che nelle Forze Armate sono “ancora” attuali 
Come Frecce Tricolore indicano una direzione

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