“Venezia, la Serenissima” …..con San Marco e i suoi Leoni
VENEZIA, una CITTA’ d’ AMARE e RISPETTARE
…..CHE NON DEVE ESSERE ABBANDONATA
una riflessione di LIDIA D’ANGELO
In questi giorni di novembre, tutti noi stiamo assistendo al triste spettacolo dell’acqua alta a Venezia; un fenomeno che si verifica con una certa frequenza nella stagione autunnale a causa di accadimenti meteorologici concatenati che, per l’intervento di forti venti di scirocco, spingono l’acqua in laguna e per le piene dei fiumi che, sfociando nella stessa laguna, frenano il reflusso della acque dal bacino.
La situazione viene inoltre aggravata da determinate attività e comportamenti dell’uomo, spesso insensibile al rispetto del territorio e dell’ambiente: infatti ci troviamo in una zona altamente industrializzata ove viene pompata acqua dalle falde nel sottosuolo, provocando uno sprofondamento del terreno con il conseguente innalzamento del livello del mare, anche per l’effetto del surriscaldamento.
Se contro la natura è difficile combattere e uscirne totalmente vittoriosi, si potrebbe comunque cercare di limitare i danni con interventi mirati e con la realizzazione di strutture che la moderna tecnologia può offrire.
A questo proposito è doveroso parlare del Mose che, purtroppo a causa di problemi burocratici e di una mala-gestio del faraonico progetto, è ancora – è il caso di dire – in alto mare; pertanto, più che il Mose, a salvare Venezia, dovrebbe pensarci Mosè.
Venezia è un “diamante” che brilla di luce propria e genera in noi una profonda tristezza vederla sfregiata a causa dell’incuria umana, decisamente maggiormente colpevole dei fenomeni meteorologici e dell’ acqua alta. Difronte alle immagini della città completamente sommersa, che hanno fatto il giro del globo, dobbiamo vergognarci tutti, a cominciare dai politici ai vari i livelli che hanno dimostrato le proprie incapacità, cercando solo di scaricare le responsabilità e blaterando inutilmente.
Anche i milioni di turisti, che ogni anno invadono Venezia, hanno le loro responsabilità; personalmente reputo sbagliato da parte loro l’approccio con il quale si relazionano con la città, in quanto dovrebbero muoversi in punta di piedi. Invece la maggior parte dei turisti vuole semplicemente divertirsi e schiamazzare, fare un bagno nei canali o, seduti a terra, consumare un panino o bivaccare ai piedi delle Chiese e dei Monumenti; spesso a loro manca l’interesse per la cultura, per l’arte, per il bello, per la storia della città.
I turisti mordi e fuggi sono quelli più “pericolosi”: ogni giorno vengono scaricati a migliaia dai vaporetti, girano a frotte tra le fragili calli, i canali e i ponti e poi la sera se ne vanno, dopo avere lasciato grandi quantità di pattume.
Venezia non ha bisogno di questo tipo di turismo straccione che considera la città alla stregua di un parco dei divertimenti; Venezia non è una Gardaland, ma una città viva, con le sue esigenze, i suoi bisogni, le sua attività lavorative, i suoi abitanti ….così come dovrebbe evitare il transito nei suoi storici Canali da parte di mostruose e ciclopiche navi da crociera.
L’auspicabile idea del ticket di ingresso che presto forse verrà introdotto, a mio avviso, è molto valida e – a tale proposito – avrei qualche considerazione da proporre: si dovrebbe stabilire un rapporto inversamente proporzionale tra la durata del soggiorno e il prezzo del ticket.
Infatti, quanto più è breve o brevissimo il soggiorno, tanto più dovrebbe essere elevato il costo del ticket; in questo modo si potrebbero scoraggiare le torme di turisti che aggrediscono con la loro cafonaggine e con il loro vandalismo un gioiello dal valore inestimabile e, invece, promuovere un turismo di qualità educato e rispettoso.