XIX^ ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DELL’ARTISTA TEDESCO Manfred GNAEDINGER “El Alemàn”.
La testimonianza di chi Lo ha incontrato: il Dr. Valentino PISEGNA – Commendatore dell’Orden del Camino de Santiago.
Il 28 dicembre si celebra l’anniversario della scomparsa dell’artista tedesco Manfred Gnaedinger, autore del Jardin – Museo di Camelle (Concello de Camariñas), popolato da centinaia di sculture realizzate con sassi e materiale fornito dall’Atlantico, assemblate con imprecisato ordine, talvolta con accenti tragici e ironici.
“Manfred era nato in Germania il 27 gennaio 1936 ed era arrivato a Camelle nel 1962, quasi certamente da pellegrino, percorrendo uno dei numerosi Cammini che conducono a Santiago de Compostela e Finis Terrae. Era alto, vestiva in modo elegante ed aveva un aspetto molto diverso da come siamo abituati a vederlo nelle foto che circolano sul web. Poi la radicale trasformazione, dovuta probabilmente a una delusione amorosa”, ci racconta il Dr. Valentino Pisegna – Commendatore per l’Italia dell’Ordine Cavalleresco spagnolo “Orden del Camino de Santiago”, www.ordendelcaminodesantiago.es che nel 1996 incontrò il bizzarro artista tedesco durante il suo primo viaggio in Galizia. “Era uno scultore visionario, filosofo e ambientalista di grande talento” – aggiunge – “ricco di virtù, con una vita piena di fermenti passionali protesa alla ricerca di un equilibrio spirituale, di ideali di dignità e di libertà, che sublimò con l’esilio nella piccola e modesta baracca nei pressi del Porto di Camelle. Distante da tutti, strano in Terra straniera, da quel momento, per gli abitanti della comunità Manfred “il tedesco” era diventato “El Alemàn”. “Un artista näif che creava le sue sculture in completa solitudine, con una visione dell’esistenza protesa verso una felicità irraggiungibile, continua Pisegna, che termina con la morte e nel nulla eterno”.
Ufficialmente Manfred è deceduto a causa di patologie respiratorie, ricorda il Commendatore, ma è convinzione di molti che “Man” sia morto per il tanto dolore patito nel vedere le sue opere (diventate poi famose in tutto il mondo) danneggiate dal chapapote. Nel suo testamento inviato a “La Voz de Galicia” chiedeva semplicemente che le sue sculture rimanessero lì, a simboleggiare quell’assurdo disastro ecologico causato dalla petroliera “Prestige”, il 19 novembre 2002, con la speranza che la sua capanna venisse conservata e diventasse un museo. Per far conoscere la sua arte capace di oltrepassare le barriere dei linguaggi e dei confini, è stato aperto a Camelle il centro culturale “Casa do Alemàn” dove vengono esposte tutte le sue opere. “Manfred era consapevole del suo talento – precisa il dott. Pisegna – componeva seguendo il proprio istinto, esprimendo attraverso le sue opere la realtà tragica della vita e trovava forti emozioni nei fenomeni della natura”, che conclude: “per mezzo delle sue opere “Man” insegna che la diversità può sicuramente rappresentare una opportunità di essere se stessi, in una società che vuole tutti omologati”.
______ a cura di Sandro Valletta